Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (337/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO QUATTORDICESIMO 337
      toii fatti con don Ferrante in nome della maestà di sopra detta l' anno i 530, ma farlo mettere ad effetto e stabilirlo ancora ; e che in questo mezzo, per sicurtà convenevole che latto quello che sarà comandato e or' dinato dall'imperadore sarà eseguito, e di poi non sarà guasto nè alterato , che il signore Alessandro Vltegli rinunzi liberamente al giuramento che già egli fece al duca Alessandro ed ammaestrati presenti della città di Firenze, e giuri di nuovo nélle mani di sua maestà ad ini mandato di quella per questo effetto a Firenze, di tenere quella città e fortezza ancora, la quale gli sf debba consegnare di presente a stanza di Cesare, mentrechè dureranno i tre mesi di sopra detti, per eseguire ed osservare, passato il detto tempo, tutto quel che da sua maestà cesarea sarà ordinato e comandato che si facrìa, e a quésto giuramento sia presente un uomo deputato da i fuorusciti.
      « Oltracciò, che a qualunehe persona cosi della città, come dello stato di Firenze, fuoruscita oconfinala ch'ella si sia, o no,sia lecito difender la causa della libertà innanzi a Cesare ed a'suoi ministri, senza cader perciò in pena o pregiudicio alcuno. E che dall'altra parte i fuorusciti promettano liberamente all' imperadore , che mentre questo tempo di tre mesi dura, di non tentare o macchinare cos' alcuna contro alla persona , stato o governo del duca Alessandro.
      « E che in questo medesimo tempo le cause criminali de* cittadini fiorentini abili al governo e alle dignità della città, nelle quali si trattasse della morte e esilio loro, o delle confiseazionide'lor beni, o di pene corporali o pecuniarie che passino la somma di scudi cento, non debbiano nè possano essere conosciute nè términate da maestrato alcuno della città, nè ancora da auditore alcuno del duca Alessandro, se non col consentimento e colla presenza d' una persona mandata da sua maestà a star perciò jn Firenze tutto il tempo di sopra detto.
      Che veduta la dichiarazione ed ordinamento del governo che sua maestà farà, e la sieurtà sufficiente eh' ella gli ordinerà perchè non sian guasti nè alterali, per la conservazione e quiete della cittadinanza , r riposo di tutti, eiaschedun resti contento e appagato di tutto quello' che T imperadore arà ordinato a i servigi snoi.
      c.Chei fuorusciti ancora, o confinati per cagion di stato o d'armi, da ora innanzi s'intendano essere e siano liberi in fatto, e assoluti da tutti quei pregiudici e pene in che ei fossero caduti insino al di d'oggi, e debbano esser restituiti loro i lor beni colle infrascritte condizioni, cioè: primieramente, che tolti qnegli i quaH sono dichiarati ribegli, o caduti in bando del capo col pregiudizio di ribegli non possano tornare in Firenze nè entrare nel dominio fiorentino, se non passati i tre mesi di sopra detti ; di poi, che tutti i confinati fuor dello stato di Firenze Varchi Voi. II.
      v^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (337/476)






Ferrante Alessandro Vltegli Alessandro Firenze Firenze Cesare Firenze Cesare Alessandro Alessandro Firenze Chei Firenze Firenze Varchi Voi Qle