Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      di qodb ne fa promessa di conservare, ed insieme con casa la restì-tojione della patria nostra, e delle facoltà ancora di que' buoni e pietosi cittadini i qnali, contro alla medesima fede datane a tutti, n' e-rano stati spogliati, offerendole per dò tutti quei riconoscimenti e tutte quelle sìcwtà eh' ella stessa giudicasse oneste e possibili. Ora reggendo noi pd memoriale datoci in noane di sua maestà dagli agenti « ministri suoi, aver» molto più rispetto alle soddisfazioni del duca Alessan-sandro, che a' giusti Aeriti dell' onesta causa nostra , e che in esso non sì fa pur menzione della libertà , e poca degl' interessi pubblici, e che anche la restituzione de' fuoruscili non si fa libera , ma condizionata e limitata , non altrimente che se la si domandasse per grazia, non sappiamo altro replicare al memoriale di sopra detto, se non che essendo noi risoluti lutti di voler vivere e morir liberi y siccome noi siamo nati , supplichiamo a sua maestà, che parendole in coscienza saa essere obbligala a levare da quella misera ed infelice città il giogo di sì aspra servitù che la distrugge , siccome noi fermamente crediamo ch'ella sia tenuta di fare per le ragioni già più volte dettele e scrittele, la si degni provvedere alla salute della città di sopra detta, siccome è convenevole alla fede e alla sincerità dell' a• nimo suo; e quando pure altrimente sia il suo volere ed il suo giudizio, che quella si conlenti che, con buona grazia sua, noi possiamo aspettare che , coli' aiuto di Dio, sua maestà altra volta meglio informata della causa nostra, adempia i nostri giusti e pietosi desideri, certificandola nondimeno, che noi siamo tutti risolutissimi di non macchiar giammai pe' nostri privati comodi la sincerità e 'l candore degli animi nostri, mancando di quella pietà e carità, la quale meritamente è richiesta a tutti i buoni cittadini inverso la patria loro. *
      Mandarono adunque i fuoruscili questa lettera a Cesare, e cominciarono a mettersi a ordine per partirsi di. Napoli, ma V Imperadore (li fece fermare , e la ragione che apparì di questo partito che sua maestà prese , fu questa: Pietro Zappada Spagnuolo era stato non molto tempo innanzi in Firenze appresso» al duca Alessandro per lo imperadore, di poi se n'era andato a Napoli , quando sua maestà gli era arrivata. Costui adunque, o che non gli paresse, mentrcch' egli eru stato in Firenze, che il duca Alessandro gli avesse* avuto quel rispetto chea lui pareva di meritare, siccome.è comunemente la naturi* degli Spagnuoli altiera e superba, e; perciò fo9sa sdegnato Secy»; o die egli fosse stato corrotto da i fuoruscili con danari, i quali aveva provveduti Filippo Strozzi, :e depositatigli in mano di un frate del convente di San Domenico di Napoli , con questa condizione» ché se ogli adopero* va di maniera, che l'imperadore rendesse la libertà a i Fiorentini , tLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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