Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      libro quattordicesimo 525
      mutassero ogni tre mesi, nelia quale deliberazione si considerò anche prudentemente, che avendo lo 'mperadore eletto per suo genero il duca Alessandro, era ragionevole anco adornarlo di qualche titolo conveniente a un genero della cesarea maestà , ed in luogo dell' altro maestrato predetto , Tare i procuratori del palagio, i quali ayesser cura delle spese le quali faceva mestiero gior/ialmente farsi; e nel resto fu lasciata da loro la forma del governo della città in quello essere che 1' imperadore le aveva dato non molto tempo innanzi, con tutti gli altri suoi maestrali , i quali hanno quella medesima autorità, quell' ufìzio e quegli ordini che sono consueti avere amicamente nella cillà. E questo parve necessario di fare a quei cittadini, tra'quali fu il primo a proporre e confermare questa deliberazione Filippo Strozzi, perciocché, oltre alle ragioni di sopra dette, ei viddono le cose della città tanto trascorse, ed in modo guasti e corrotti tutti gli strumenti del viver civile, che giudicarono non si potere introdurre in quella cillà altro modo di vivere che queslo il quale v'è al presente, se quella cittadinanza doveva viver quietamente in pace, e non ritornare a quel plebeo, confuso e sedizioso modo di vivere, pieno di tumulti e di romori , il quale fu in Firenze dall'anno 1527 all'anno 1550, e che aveva fatte tante ingiurie e tanli oltraggi a i migliori e a i più savi cittadini di quella città.
      < E questa medesima cagione fu quella che mosse quei buoni e prudenti cittadini a tor l'armi al popolo, e; a far la fortezza per sicurtà del presente governo, e della pace di tutta Italia , perciocché eglino avvisarono che quanto più fosse fondato e fermo Io stato di Firenze , tanto più fosse levata via ogni occasione di suscitar tumulti in quella provincia, a chi pensasse di turbar la sua presente pace e quiete : e che fosse necessario di far la fortezza in Firenze, levar l'armi al popolo, e tenere in quella città la guardia di soldati forestieri, lo dimostrali manifestamente questi medesimi che biasimano tutte e tre queste cose, i quali essendo congiunti strettamente per sanguinila alla casa de' Medici, e obbligali a creila e a papa Clemente per infiniti benefizi che sono stati fatti loro, non prima intesero la morte di sua santità, che si sforzarono a lor potere di distruggere tutta la casa sua , e rovinar quel go«-verno eh' ella alle peruasioni loro aveva introdotto in Firenze, e perturbarono la quiete ed il riposo della patria loro.
      « Ed in quanto a quel che essi dicono che in Firenze non si tiene più conto delle bestemmie e degli altri errori che giornalmente si commettono in quella contra Dio e contra le leggi sue, da quegli in fuori clic offendono il duca e lo stalo suo ; diciamo che niuno governo, sia quanto si vuole giusto e legittimo, diligente esevero in ritrovare e punire gli uo-


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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