Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (320/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      33i STORIA FIORENTINAobbligala di fare per quel che ella avea promesso a papa Clemente nel-l'accordo di Barzellona; ed aveva più volte potuto 1' imperadore capitolare colla città, mentrechè la guerra durava, con molto maggiori e migliori condizioni che non furono queste , colle quali egli capitolò di poi, nè volle farlo, perciocché i Fiorentini eh' erano dentro non volevano ricever nella città la casa de' Medici ; onde e' non è verisimile che sua maestà avesse accordato co'Fiorentini, s'ella non avesse veduto che le fosse stata data da loro autorità di rimettere la casa de7 Medici in Firenze, se le piaceva, avendo massimamente la vittoria quasi certa in mano ; perciocché la città di Firenze era ridotta in ultima estrema necessità d'ogni cosa opportuna, non solamente alla guerra, ma alla vita ancora. Onde quando bene lo imperadore avesse ratificato a quei capitoli, il che del tutto si niega, non sarebbe stata quella ratificazione valida, perciocché la sarebbe stata fatta per errore, e dove ciò è, non può esser consentimento alcuno, dal quale solamente pende ogni ratificazione.
      < Nè prova che Cesare abbia ratificato a' capitoli dell' accordo che si fece sopra Firenze, l'essere stati pagati all'esercito di sua maestà quei danari che i capitoli di quell' accordo disponevano che se gli dovesse pagare , e che V esercito accettò da i Fiorentini il pagamento ; perciocché non solamente dal fatto dell'esercito non si debbe ragionevolmente inferire la ratificazione di Cesare; ma fu, oltracciò, una parte di quel pagamento de'danari di papa Clemente, e l'altra di quegli degli amici della casa de' Medici, i quali, per mezzo del parlamento di sopra detto, avevano ripreso il governo della città.
      « Nè è ancor detto veramente da i nimici del duca Alessandro, che la cesarea maestà fosse ingannala dagli agenti e ministri del pontefice, quando ella fece 1' accordo con sua santità in Barzellona ; anzi Cesare, mosso da quel favore che fanno le leggi a quegli che per forza sono stati spogliali delle cose loro, veggendo chea i Medici l'anno 1527 erano stali non solamente tolti i loro beni , ma ancora quella dignità c grado che avevano tenuto tanto tempo nella repubblica fiorentina i lor maggiori, con consentimento universale della maggiore e della miglior parte de'cittadini fiorentini, si deliberò d'adoperar di maniera, ch'ei losser rimessi in quel grado in che eglino eran prima, e che riavessero ancora i lor beni, e così provvedere alla quiete di tutta Italia , e alla salvezza della città di Firenze, la quale è stata sempre più ricca, più quieta e più potente al tempo del governo della casa de' Medici, che nello stato popolare ; siccome fecero ancora l'anno 4513 Massimiliano imperadore ed il re cattolico, de' quali 1' uno era avolo paterno,e l'altro materno di sua maestà cesarea.
      v^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (320/476)






Clemente Barzellona Fiorentini Medici Fiorentini Medici Firenze Firenze Cesare Firenze Fiorentini Cesare Clemente Medici Alessandro Barzellona Cesare Medici Italia Firenze Medici Massimiliano Qle