Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      316 STORIA FIORENTINApre pieno di divisioni, confusioni e tumulti, siccome egli fu in fatto. Onde il re cattolico 1* anno 4512, di poi che'I suo esercito ebbe avuto la vittoria di Prato contro a quel governo, subitamente lo mutò, e introdusse in Firenze il reggimento de' Medici , siccome più civile, più quieto e molto migliore per quella città , che lo stato popolare ; il che fu fatto ancora con consentimento ed ordine di papa Giulio II e di Massimiliano imperadore , per assicurarsi in quella maniera , che la città concorresse insieme con tutti gli altri confederati contro a' Franzcsi, alla conservazione della pace, e della quiete d'Italia. E durò questo modo di vivere in Firenze dall'anno 1512 all' anno 1527 , con grandissima contentezza e pace di tutta la cittadinanza; perciocché, oltre alla benignità e piacevolezza di quel governo, in quel tempo visse la felice memoria di papa Leone, il quale, oltre all'avere onorato la città di Firenze universalmente di molti privilegi e grandi onori , e arricchite ancora assai famiglie particolari di molli beneficii e prelature, e di molti utili ed orrevoli ufici temporali, favori ed accrebbe assai le l'accendo mercantili, che sono il fondamento e'1 sostegno della città di Firenze. Ma essendo Tanno 1527 seguito il sacco di Roma, certi cittadini più per soddisfare alle loro passioni ed alla loro ambizione , che per lo ben pubblico della patria loro, avendo presa occasione da quella rovina di Roma, senza alcuna giusta cagione cacciaron di.Firenze per forza la casa de' Medici, e mutaron lo stalo della città, e di nuovo v'introdussero il governo del popolo, il qual durò in Firenze dall'anno 1527 insino all' 1530, con tanti e si gravi oltraggi di tulli i migliori cittadini, e con tanti e sì pericolosi disordini , e con tante e si strane confusioni , ch'egli è cosa pubblica, che quella città non ebbe mai il più cattivo nè il più iniquo governo di quello.
      < Di queste due maniere di governo, adunque, piacque alla cesarea maestà d' eleggere quella de'Medici , e non perciò contraffece a quel che avevano promesso gli agenti suoi nell' accordo che fecero colla città di Firenze l'anno di sopra dello, conciosiacosachè in tutti questi due modi di vivere si conservasse la libertà; ma con molto migliore ordine, maggior quiete e più sicurtà de'cittadini nel governo della casa dei Medici , che nello stato popolare: perciocché in quello hanno più luogo gli uomini prudenti e pratichi delle cose degli stati; in questo gl'ignoranti e poco periti : in quello si governano le cose pubbliche con prudenza e gravità; in questo sotto un falso nome di libertà, con una dissoluta licenza e lemerità; perche si può veramente affermare che lo imperadore abbia non solamente conservala la libertà alla città di Firenze , ma che sua maestà l'abbia ancora riordinata, e ridottola in mollo migliore essere ch'ella non era prima, e abbia oltracciò prov-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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