Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      312 STORIA FIORENTINAla notte del venerdì santo assalì Pier Giacomini e Bartolommeo Nasi per uccidergli, e gli fedì gravemente, perciocché per ordine del duca da Michelagnolo Romano camerier del duca gli furon dati trenta scudi, per i -chè egli uccidesse qualunque fuoruscito fiorentino ei potesse. E sono sta-, te commesse ancora di queste scelleratezze dal duca Alessandro, poi chè la cesarea maestà gli ebbe comandato per lettere, e a bocca ancora pel signore don Piero Zappada, che non tentasse cosa alcuna di nuovr contro a i cittadini fiorentini ; siccome quando egli dette cento scudi a medesimo capitano Petruccio, acciocché egli uccidesse il signor Pietru Strozzi, Anton Berardi e Francesco de'Pazzi, il quale ei si divisav; che fosse con que'due primi, i quali tornavano di Spagna ambasciado dori dall' imperadore , per procurare innanzi a sua maestà la causa della patria loro [siccome noi dicemmo di sopra); il che è non solamente contro alle leggi divine e umane , ma ancora contro alle ragioni delle genti, e dalle leggi imperiali è chiamato assassinamento enormis-simo, del quale puniscono le medesime leggi, e massimamente nella persona di quegli che I' ordina, non solamente I' error commesso, ma quello ancora che qualcuno si fosse sforzato di fare, ancorché egli non l'avesse fatto. Fu oltracciò vietato a tutti i Fiorentini confinati o fuorusciti l'abitare Roma e tutte le terre della Chiesa, ed oltre a questi luoghi, ai confinati Napoli e Venegia , e procurato con ogni diligenza, che niuno ribello o confinato potesse abitar sicuramente negli stati di Lucca o di Siena, o in quel di Ferrara in modo alcuno, il che è contro al primo capitolo che noi dicemmo di sopra dell' accordo predetto.
      « Per la qual cosa domandano umilmente i fuoruscili fiorentini alla cesarea maestà, che non solamente punisca agramente il duca Alessandro delle scelleratezze commesse da lui, e faccia restituire la roba e la patria a tanti poveri gentiluomini che vanno ingiustamente tapinando per lo mondo, la quale è su la distribuita dal duca senza alcuna giusta cagione a i suoi servidori e partigiani ; ma tolga ancora di Firenze il presente governo che la distrugge, siccome violento ch'egli è, e per le ragioni dette di sopra gliene ordini un altro che sia libero e legittimo,4 come sua maestà è obbligala di fare per virtù de'capitoli doli'accordo fatto della città di Firenze co'suoi agenti 1' anno »
      Alle quali accuse il duca Alessandro rispose nella maniera di satin scrina :
      « Se sotto il nome de' Fiorentini che sono fuori si comprendono anche quegli, che non per necessità o alcun'altra giusta cagione, ma volontariamente han*o fetto impresa di macchinale contro all'eccellenaa OOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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