Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 50&
      dori suoi facciali questi cattivi portamenti, conciosiacosacbè il duca stesso esce fuori di notte, armato, in compagnia di qualcuno de'suoi servidori , e si trova in persona a fedire e spesse fiate ad uccidere uomini colle proprie mani: laonde egli è avvenuto qualche fiata, che egli si è ritrovato in manifesto pericolo della vita, siecome avvenne una notte in Borgo San Lorenzo, quando fu dato a Paolantonio da Parma (1), il quale era in sua compagnia , una fedita in sul viso, che gii recise lutto il naso; e quando egli uccise senza cagione alcuna, in compagnia pure di certi suoi-servidori, Giorgio Ridotti giovane nobilissimo, la cui morte si proverebbe agevolmente esser seguita dalle mani del duca Alessandro, se quei testimoni che la sanno e che la veddero., non fossero in Firenze in poter del duca Alessandro, ma in luogo dove eglino potessero dire liberamente la verità ; perciocché qualcuno di quegli che la sanno mollo bene , essendo fuorusciti, potrebbono esser allegati per sospetti dal duca e dagli amici suoi, ancorché la fede e lealtà loro sia sincera ed incorrotta.
      « Perchè noi diciamo che essendo il governo del duca Alessandro, in qualunque modo egli è considerato, violento e tirannico, che sua maestà è obbligata , pe' capitoli dell' accordo di sopra delto, a ordinare in Firenze un vero, libero e legittimo governo; nè impedisce che l'imperadore non possa far questo, l'accordo ch'egli fece con papa Clemente in Barzellona, perciocché avendo egli, dopo 1' accordo di sopra detto , consentito l'anno 1550, che sua maestà avesse autorità d'ordinare in Firenze un modo di vivere, nel quale fosse conservata la libertà, nè polendo stare insieme 1' accordo di Barzellona con quest' ultimo consentimento di papa Clemente, perciocché eglino sono del tutto contrari l'uno all' altro, è divenuta la cesarea maestà del tulio libera dalle promesse ch'ella allora fece a sua sanlità, avendo il pontefice coli'acconsentire all'accordo fatto nel 1550, il quale, come s'è di sopra mostro, è contrario a quel di Barzellona , rinunziato a tulle le promesse che Cesare gli aveva fatte 1' anno 1528 ; e massimamente perciocché sua maestà fu allora ingannata, essendogli stato detto che la casa de' Medici aveva tenuto il principato in Firenze , del quale eli' era slata spogliata forzatamente 1' anno 1527 ; perciocché la casa de' Medici nou ebbe mai ne ha ancor oggi, alcun legittimo principato nella repubblica fiorentina, siccome dimostrano manifestamente i capitoli dell' accordo che la città di Firenze fece l'anno 1512 coli'esercito del re cattolico, nel quale si
      (t) Netta Narrazione del Giugni costui è chiamato Pier Paolo rfa Parma. (Cod. Riccard, N°. 2022) Arbib.


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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