Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      quello che da lui è slato promesso non debba essere osservalo, ancoraché sua maestà non avesse ratificato.
      c Ma dicono oltracciò, che Cesare ha di poi apertamente ratificato a quella capitolazione, non solamente per lettere scritte al predetto don Ferrante, come insino allora s'intese , ma più apertamente ancora apparisce questa ratificazione nel privilegio conceduto al duca Alessandro, e nella dichiarazione fatta dal Mussellola, la quale fu fondata tutta sopra la detta capitolazione ; e se {a città non ricercò e non interpellò infra il termine di due mesi il predetto don Ferrante, dal quale si doveva fare la speciale ratificazione di sua maestà, ne fu cagione, che il libero stato di quella fu per forza variato, e coir armi costretta la signoria che allora reggeva, a fare un parlamento (chè cosi si chiama nella città di Firenze quella deliberazione, la quale è solita farsi dalle due terze parti degli abitatori di quella città , per qualunche cagione, ancoraché forestieri e plebei, ma ordinariamente i nobili sono sopra 1' amministrazione delle cose pubbliche ) il qual modo di riformar la città è proibito dalle leggi fiorentine, sotto pena della vita, non solamente d'eseguire, ma di consigliare ancora , o ragionare in maniera aicana, siccome quello eh' è violento, tumultuario, e nè gli è ordine alcuno, o modo civile. E da questo parlamento fu ridotta e ristretta tutta V autorità del popolo fiorentino, la quale consisteva in più di quattromila uomini, in dodici cittadini solamente, amici e partigiani della casa de' Medici , da i quali e da i magistrati creati da loro , furon di maniera perseguitati i cittadini colle guardie grandi eh' eglino fecion fare, acciocché nessuno potesse uscir di Firenze, colle prigioni, morti , e confini loro, eh'egl1 impedirono che la città, la quale aveva già mutata forma di governo , non potesse far quelle richieste, le quali, non essendo variato il governo suo, ella arebbe fatto ; la qual cosa è alta non solamente a trovare scusa appresso ogni giusto giudice , ma a fare ancora, che contro alia predetta città non corra tempo alcuno, o correndo, ch'ella meriti d1 esser rimessa nel buon dì, a poter fare ogni richiesta e domanda che gli fosse me-stier di fare.
      « Dicono oltracciò, che avendo l' esercito di Cesare, eh' era allora sopra Firenze, ricevuti allora i danari , i quali per la capitolazione fatta la città era teuuta a pagarli , e avendo quella adempiuto tutto quel che ella doveva fare per virtù della capitolazione predetta, era anche dall' altra parte obbligala la cesarea maestà d' osservar tutto quello che dagli agenti suoi era stato promesso alla città , essendo cosi di ragione, e meritandolo molto più queir equità e bontà che nelle convenzioni le quali si fanno co' principi si suole osservare , perchè allramenti la città di Firenze rimarrebbe con suo grandissimo danno ingannala sotto laLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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