Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO £99
      zo del seggio capovano, ch'era quivi vicino, mosso da questa cagione, secondochè egli medesimo disse in Vinegia, di poi ch'egli ebbe ucciso il duca Alessandro, a messer Braccio Martegli allora Vescovodi Fiesole, che avendo egli dato ad intendere al duca di volerlo menare a giacersi nelF alloggiamento suo con una gentildonna che gli era> s' avvisò che agevolmente potesse avvenire che non avendo egli quel giapo ch'ei teneva tanto caro , ei si mettesse indosso un pelliccione, e così n' andasse seco là dove ella alloggiava, e quivi essendo disarmato agevolmente ucciderlo; e quando pure questo nòn gli avvenisse, siccome et non avvenne , potere almeno avvenire eh' egli andasse per tutto disarmato, siccome egli aveva di già detto di voler gire, e così potere avere più agevolmente comodità d'adempire ri suo malvagio desiderio d'ucciderlo ; ma quando anche niuna di queste due cose gli succedesse , sperava almeno di commetter tra quegli icbe usavano in camera del duca, qualche mala nimicizia o scandolo; in che egli avea sempre forte studiato, avviandosi di patere in quella maniera aver più agevolmente comodità di poter finire il swo mài talento contro al duca.
      I fuorusciti adunque dettero in iscritto a sua maestà le domande di sotto scritte, e prima :
      c Che la capitolazione fatta tra '1 felicissimo esercito Cesareo e la città di Firenze Panno 1850 , sia loro osservata; al che fare dicono essere obbligata non solamente' la casa- de' Medici, ma ancora sua maestà, ancorché don Ferrante Gonzaga capitano generale dell'esercito di sopra detto , e Bartolommeo Valori commèssario1 apostolico , in lor privato nome promettessero che il papa e lo imperadore ratificherebbono a quelli aoCord# eh' essi facessero, perciocché papa Clemente in vari modi co' fatti tacitamente, e apertamente per un suo Breve le ratificò; ed oltre a questo Bartotomnieo di éopra detto come suo commessario avea mandato amassimo d'aoeardare oolla città con quelle condizioni che gli piaeeva, • come ne apparisce pubblico strumento rogato per Martino Agrippa. Onde ei dicono primieramente, che sua maestà è tenuta come giudice traila città e'I duca Alessandro a fare osservare alla casa de'Medici quella capitolazione, la quale in nome di Clemente fu promessa alla città Fiorentina. Dicono ancora , che lo imperadore è obbligato all' osservanza de ita di sopra, perciocché quella fu promessa da don Ferrante di sopra detto, il quale almanco, secondo le disposizioni delle leggi, essendo generale amminislràtore di quella impresa, aveva legittimo e general mandato con libera podestà dì fare cirba detta impresa, e promettere tutto quello che'poteva promettere.e fare sua maestà; e sebbene promesse in suo nome proprio , che la maestà cesarea per più sicurtà ratificherebbe, non è per questo, che avendo legittimo mandato, tuttoLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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