Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      282 fifÓRfA FIORENTINAronorassero e l'ubbidissero in tulio quel ch'ei dicesse, come lor maggiore^ ma parendo loro ebe il cardinale cercasse la propria grandezza sua, e d' accomodare per mezzo dell'imperadore le cose sue col duca Alessandro, si scoprissero liberamente a sua maestà, e le mostrassero eh' eglino non erano innanzi a quella col cardinale a quel fine, ma perciocché egli aveva promesso a fuorusciti, e a tutti gli altri che s' e-rano doluti a quella del duca Alessandro , d' essere avvocato e procuratore dinanzi a sua maestà della libertà della città di Firenze, e della restituzione loro alla patria ; la qual cosa poiché egli non faceva , dicessero ali1 imperadore, .che eglino da loro stessi volevano trattare con lui della libertà della patria loro , e della restituzione loro a quella, siccome era sialo loro imposto, quando s' erano parliti da Roma, da i procuratori de" fuorusciti, che dovesser fare. Partironsi ancora di Roma, oltra a questi sette detti di sopra, molti altri fuorusciti più or-revoli eh' ei poteltero, e andarono a ritrovare il cardinale a Itri per accompagnarlo di poi a Tuuisi ; i quali tutli insieme colla maggior parte della sua famiglia egli avviò innanzi a Gaeta ed a Napoli, imponendo loro, che provvedessero i legni , e gli apprestassero per poter poi , (juando fosse lempo, imbarcarsi per andare a Tunisi a trovare l'imperadore, e seco riserbò pochi uomini della sua corte.
      Mentrechè i fuorusciti avevan questi maneggi col cardinal de'Medici, Àntonfrancesco degli Albizzi, il quale siccome di sopra s'è detto, era uomo di natura altiera e superba, e malvolentieri conveniva cogli altri, biasimava pubblicamente, che per riavere la libertà della città s' usasse da i fuoruscili il mezzo del cardinale, per le ragioni di sopra dette; laonde per vedere se poteva per qualche altra via chiarirsi delia mente dell'impera-radore inverso i fuoruscili, mandò in Barberia Giorgio Dati e Francesco Corsini, grandissimi amici suoi , i quali anche desideravano assai di travagliarsi di così falle cose, al principe d'Oria, di cui egli si teneva molto amico, il quale aveva mostro sempre, siccome noi sopra dicemmo, di favorire la dimanda che i fuorusciti facevano della libertà «Iella città di Firenze, a raccomandargli la causa de' Fiorentini, per veder se egli solo, senza l'aiuto degli altri, poteva nuocere al duca Alessandro, e aiutar la causa de7 fuorusciti , e ritrar cosa alcuna dalla mente di sua maestà intorno a r fatti de1 fuorusciti fiorentini. Andaron per tanto questi due con lettere di Àntonfrancesco degli Albizzi al principe d'Oria, e gliene consegnarono , ed a bocca ancora gli raccomandarono strettissimamente quelle medesime cose che Antonfranceseo raccomandava a sua signoria per sue lettere, cercando destramente d'intender dal principe, s'egli sapeva cosa alcuna dell'animo chq lo imperadore avesse circa alla causa de'fuorusciti fiorentini; perchè ei rispose loro, eh' era statoLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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