Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 284
      tria, non ne possa nascere se non il pubblico bene e universal contentezza e soddisfazione di tutti i buoni cittadini, e amorevoli di quella patria. Io mai non mancherò di tutti quegli uffici che per natura, legge e volontà le debbo, esortando e pregando quelle a mettere in effetto quanto da esse è stato deliberato, ed accelerare per la brevità del tempo la spedizione di quegli chedoveranno venire. Nè altro m> occorre, se non offerirmi paratissimo a tutti i lor comandi >.
      I fuorusciti viddero che il cardinale per le sue lettere dimostrava d' accettar quel carico volentieri, e prometteva loro di far tutto quello eh* egli poteva per racquistare la libertà alla patria sua , e la ritornata loro in quella, e che gli pregava che mandassero seco il maggior numero di loro ch'ei potessero; il che ei mostrava di fare per impetrare in compagnia loro più agevolmente dall' imperadore la libertà della città, e la ritornata de' fuorusciti in quella : ma in fatto ei lo faceva per comparire più orrevole innanzi alla cesarea maestà, che egli poteva , e per valersi ancora dell' opera loro , mostrando di favorirgli appresso Cesare , e far venire più facilmente il duca Alessandro a quelle condizioni dell' accordo, eh' egli desiderava ; ed in questa maniera schernire la fraude colla fraude : perchè i fuoruscili deliberarono di mandare in compagnia sua sette di loro, i quali furon questi : Francesco. Corsini, Niccolò Machiavelli cognominato il Chiurli, Antonio Be-rardi, Dante da Castiglione, Bartolommeo Nasi, il capitano Baccio Popoleschi , ed il capitano Giovacchino Guasconi, ed a questi feciono una lettera di credenza di questa maniera:
      « Non possendo, come sarebbe il desiderio e debito nostro, rappresentarci tutti insieme davanti a i piedi di vostra maestà, mandiamo al cospetto di quella i nostri dilettissimi fratelli Francesco Corsini, Niccolò Machiavelli , Antonio Berardi, Dante da Castiglione, Bartolommeo Nasi, il capitano Baccio Popoleschi e il capitano Giovacchino Guasconi, i quali in nome nostro le esporranno i nostri giusti desideri, sperando che mediante la sua bontà saranno umanamente esauditi, secondochè la sua benignità ne dette buona intenzione alli nostri mandali a sua maestà in Barzellona ; per tanto umilmente supplichiamo che si degni prestar loro piena e indubitata fede , e noi tutti in buona grazia di vostra maestà cesarea, con ogni riverenza gli ginocchi baciandole, cordialmente ci raccomandiamo >.
      I fuorusciti, che dubitavano della mente del cardinale , nè si fidavano del tutto di lui, imposero a questi sette, cui eglino avevano or^ (linaio di dover mandare col cardinale a Tunisi,. che osservassero con ogni diligenza i modi del 9uo procedere , e veggendo eli' egli procurasse la libertà della città, e la restituzione dei fuorusciti alla patria loro,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Cesare Alessandro Francesco Niccol Machiavelli Chiurli Antonio Be-rardi Dante Castiglione Bartolommeo Nasi Baccio Popoleschi Giovacchino Guasconi Francesco Corsini Niccol Machiavelli Antonio Berardi Dante Castiglione Bartolommeo Nasi Baccio Popoleschi Giovacchino Guasconi Barzellona Tunisi Qle Corsini