Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 269
      gli scrivessero al duca e a i suoi consiglieri ; ed eglino poi deliberereb-bono in che modo s' avesse a lor via questo inconveniente.
      E perchè il contado era anco aggravalo assai più del dovere di molle spese, di maniera che i contadini non le potevano più sostenere, perciò a' 19 di febbraio si vinse nel consiglio de' quarantotto una provvisione per la quale si deliberò che s'eleggessero cinque cittadini per riformatori del contado di Firenze, i quali moderassero 1' ingordigia, e la quantità delle spese che bisognava fare in danno a i poveri contadini.
      In questo medesimo tempo segui in Firenze un caso degno di grandissima compassione, e soggetto bastevole a qualunche sanguinosa e spaventosa tragedia, e questo fu che essendo la Luisa figliuola di Filippo Strozzi, e donna di Luigi Capponi fanciulla bella, di maniere lodevoli, e di grand'animo, siccome noi dicemmo nel principio di questo libro, ed essendo un giorno ita a starsi colla Maria sua sorella , e moglie di Lorenzo Ridolfi di cui s'è detto di sopra, la notte de'quattro giorni di dicembre ella cominciò a dolersi fieramente dello stomaco , e crebbe questo dolore di maniera, ch'ella in poch'ore miserabilmente se ne mori, aucorchè da' medici , i quali furon subitamente chiamati, si provedesse a ogni argomento per lo scampo suo , tutto fu nulla, perciocché troppo grande e troppo malvagia era la cagione della sua infirmila. Moria che ella fu, divenne il corpo tutto infagottalo ; (I) perchè avendola i parenti fatta sparare, le trovarono roso delio stomaco quanto un barile , con una stianza nera sopra quel roso } laonde si vide manifestamente che la cagione della morte sua era stata un veleno corrosivo, che questa sventurata giovane aveva preso la mattina a desinare, o veramente la sera a cena in qualebe vivanda , e dubilossi allora assai del modo, come il veleno gli fosse stato mandato, e chi gliene avesse potuto dare, ma della maniera del veleno non si dubitò già punto , perciocché i medici conobbero chiaramente, e dissero ch'egli era sulo il bupeslre (2). L' universale allora diceva che la donna di Giuliano Salviati per vendetta delle fedite, le quali, secondochè s'era detto pubblicamente, i fratelli di lei avevan date a Giuliano suo marito , era stata quella che l'aveva fatta avvelenare, con saputa e ordine ancora del duca Alessandro , e che ella gli aveva mandato e fatto dare il veleno da un certo servidore, il quale per guiderdone di questo servizio fattole, ella aveva poi fatto fare donzello dell' arte de' mercatanti. Ma questo si conobbe poi mani festa mente in più modi esser falso , nè il duca ebbe notizia alcunafi) Manca alla Crusca.
      (il Correttamente bupreste, genere d'insetti che mangiati coli' erba da buoi, i*can loro la gonfiagione e la morte. Manca alla Crusca. Arbib.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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