Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      libro quattokuicesimo 265
      che sì acerbamente affliggeva e tribolava la patria sua, e in luogo di quella ordinare uno stato libero e legittimo , restituendole oltre a ciò liberi tanti e sì nobili cittadini , come 'erano quegli che senza lor colpa n' erano stati pochi anni innanzi scacciati, e allora andavano miseramente tapinando per lo mondo ; le quali parole essendo dette efficacemente e da persona ben parlante, siccome era Filippo Strozzi , areb-bon mosso ogni piacevole, fermo e duro animo, non che quello del cardinale Ridolfi , il quale era sdegnato col duca, e sebbene da sè stesso era assai quieto, nondimeno agevolmente si volgeva per gli altrui conforti a pigliare con grand'ardore qualunche inripresa / perchè agevol cosa fu a Filippo il persuadere il cardinale, che facesse procaccio di rendere la libertà alla patria sua , ricoprendo con questo onesto nome della libertà , se ambizione , o odio eh' eglino portassero al duca Alessandro , o altro proprio interesse , gli spingesse a procacciare la rovina del duca.
      Il cardinal Gaddi in queste pratiche seguitava l' autorità di quegli altri due cardinali, tra1 quali non è dubbio alcuno, che non fosse una tacita emulazione, e che l' uno di loro non desiderasse di soprastare all'altro, e specialmente in queste cose di Firenze, ed esser quegli da cui principalmente dependesse la mutazione dello stato di Firenze , la rovina del duca Alessandro , e 1' ordine di quel governo eh' eglino disegnavano introdurgli ; la quale emulazione si sarebbe forse scoperta, •quando fussero riusciti loro i lor disegni come essi desideravano; ma pure allora si stava scoperta e nascosa, e traevan tutti e due insieme col cardinale de1 Medici , il cardinale de' Gaddi e Filippo Strozzi a un medesimo fine di mutar lo stato, e di disfare il duca Alessandro : al che fare gli confortava assai papa Paolo , il quale, come si vedde poi dal processo della vita sua, non avendo alcun altro maggior desiderio che far grande la casa sua , eia prima d'Italia, s'egli avesse potuto, nè gli parendo aver maggiore impedimento a conseguire questa sua intenzione, chela grandezza della casa de'Medici; perchè egli desiderava con grandissimo ardore d'abbassarla quanto si potesse il più, nè s'avvisava di potere in più onesto modo, nè più agevolmente conseguire questo suo line, che dimostrando di procacciare la libertà di Firenze, una delle prime città della Cristianità, e la ristituzione alla patria loro di tanti cittadini, e in questa maniera accrescer la discordia tra'l duca Alessandro e '1 cardinale de' Medici, lodando or la grandezza dell' animo suo, or la gran pietà che egli e gli altri cardinali di sopra detti dimostravano inverso la loro patria, e facendo loro offerte grandissime per quella impresa ; alla quale egli confortava grandemente, non solo per la ragione di sopra detta , ma per l'acerbo odio ch'egli portava ancoraze ,


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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