Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUATTORDICESIMO 213
      Italia fosse tutta, convella era allora, a devozione dell'imperadore, perciocché possedendo il re di Francia lo stato di Milano , e Cesare il regno di Napoli, ciaschedun di questi due principi era per aver rispetto grandissimo al duca Alessandro, acciocché egli non si gettasse del tutto in grembo all'altro, onde ei pareva verisimile che Cesare, non solamente non fosse per ricusare, ma per desiderare ancora d'averlo per genero, e che tutta Italia ancora fosse per istar molto meglio in questa maniera, che 3e lo imperadore solamente gli avesse che fare; perciocché, poiché questa provincia già donna dell' altre, per le sue divisioni, e per essersi parlila da quei modi di vivere che avevan tenuti già i suoi antichi, era ridotta a si cattivo termine, ch'ei bisognava ch'ei gli stessero Oltramontani, meglio era che ve ne stessero due che uno, perciocché I' uno per la gelosia dell'altro, come s'è detto di sopra, gli arebbe mollo più rispetto, che s'egli vi fosse stato solo. Conchiusero adunque, che il re di Francia facesse la guerra in Italia, e il modo come dovesse farla, e convennero insieme di tutte 1' altre cose che appartenevano all' uno e all'altro di loro ; e dopo questi ragionamenti ch'erano stati tra loro, papa Clemente addì.... d'ottobre parti di Nizza, ed a i .. pur d'ottobre per mare arrivò a Livorno, e non ismontò' in terra ; onde il duca Alessandro , che di Firenze era venuto a Livorno a incontrarlo, lo andò a trovare alla galea, e quivi ragionò seco insino a mezza notte, ed allora essendosi levato vento a proposito dell'armata, egli si partì di Livorno, ed a' .. di novembre giunse a Roma. Dove si notò in lui, che egli con gran sollecitudine e diligenza fece fare tutti quegli abiti ed'adornamenti che si mettono a' pontefici quando eglino son morti ; il che ci fece perche egli aveva tenuto grandissima amicizia con un santo monaco della riviera di Genova, il quale, oltre al papato, gli aveva profetato molte cose, le quali tutte gli erano avvenute siccome il monaco gli aveva detto prima ; e trall* altre avendogli detto eli' egli morrebbe il medesimo anno che morrebb'egli, e nel tornarsene da Niwa, avendolo trovato morto, giudicò di avere a morire anch'egli infra poco tempo, perchè ei fece fare, come s'è detto di sopra, tutte quelle cose che si mettono a i pontefici quando eglino son morti.
      In Firenze in questo tempo si viveva universalmente di mala voglia, sì per la novità del governo non usato giammai in quella città , si an-eora per la violenza sua, veggendosi spesse fiate per ogni minima cagione capitar male ora questo cittadino , ed ora quell' altro ; si ancora per i cattivi portamenti della famiglia del duca, e di quei soldati eh' e-rano alla guardia, i quali veramente erano scellerati ; al che s' aggiu-gneva ancora , che il duca Alessandro inverso le donne era disonestissimo, e non perdonava, per isfogar la libidine sua, nè alle sacre ver-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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