Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO TREDICESIMO 231
      poste agli uomini di mediocre sorte ed ai poveri, perciocché i grandi erano riguardati, e non ne pagavano niuna o poche: perchè romoreg-giando il popolo , quei cittadini eh' erano più degli altri amatori del giusto e dell'onesto, e per conseguente della quiete della città, ordinarono che le gravezze, le quali ordinariamente dovevano pagare i cittadini ogn' anno , si dovesser porre , non più alle persone de' cittadini , ma a' beni e sostanze loro , le quali si dovessero stimare , e pagare al comune di tutto quel che le rendevano 1' anno d' entrato diece per centinaio di gravezza ogn'anno; e perchè nel far questo ordinamento di pagare le gravezze , si scrivevano e mettevano insieme su' libri del comune tutti i beni stabili de* cittadini ( la qual cosa i Fiorentini chiamavano accatastare ), perciò si chiamò quest' ordine di sopra detto il catasto; e per esser quello che si pagava dieci per centinaio di quel che rendeva P anno d' entrala le soilanze loro , questa gravezza fu chiamata la decima. E durò questo modo del pagarla dall'anno 1427 insino all'anno 1494, nel qual tempo, cacciato via Piero di Lorenzo de'Medici capo del governo della città, ella si ridusse in libertà, e ordinò che da quivi innanzi non solamente si scrivessero a i libri del comune ,e sostanze de' cittadini, ma ancora quel che elle rendevano d'entrata l'anno, ed i carichi e le spese che v'aveva su il signore di quelle, ed avuto rispetto a i carichi che i cittadini avevano in su i lor beni, dell'entrate che restavano loro libere da quei carichi, si pagasse poi di gravezza a ragione di dieci per cenlinaio in questo modo: che ogni tre anni si facessero di nuovo i libri detla decima , e ch'ei se ne pagasse ogni quattro mesi la terza parte, ed oltre alla decima si pagasse di più quattro quattrini per registro, che non è altro che quello che si paga di decima in un mese, e tutti quegli cittadini che non pagassero ogni quattro mesi i lor registri, s1 intendessero caduti in pena di due soldi per lira di più di quel che eglino dovevan pagare di decima, e fossero notati in sur un libro che si chiama lo specchio, e non potessero godere maestrato alcuno nè della città nè del dominio di quella; e perchè spesse volle avviene che per varie bisogne una decima non rende tanto che basti alle spese della città, ma bisogna pagare qual cosa più, per questo s' ordinò che sebbene i libri della decima duravan tre anni, che ogu'anno nondimeno si facesse una nuova riforma della decima, per veder quello che dovevan pagare di decima i cittadini quell' anno che veniva.
      L'arbitrio era una gravezza che si pose la prima volta l'anno 1508 per fe spese che s'eran falle e si facevano continuamente nella guerra di Pisa ; e perchè la non si pose in su' beni stabili, ma in su gli esercizi ed in sulle faccende che facevano i cittadini, c per conieltura di quelv^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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