Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO TREDICESIMO 229
      dall'anno 1350 infino al giorno sopraddetto , fossero stati mandati dal maestrato degli otto di pratica pure ambasciadori o commessari in luogo alcuno, si dovessero rappresentare fra due giorni al maestrato di sopra detto, dove s'era deputato uno scrivano al quale essi rendereb-bono conto di tutto quello eh' eglino avevano auto del comune per conto di quegli ufizi eh'erano stati dati loro, e di tutto quello ancona ch'eglino avessero speso negli ufici di sopra detti, e così si vedrebbe s'eglino erano debitori o creditori del comune; e lutto quello ch'eglino restassino a dare o avere dal pubblico, si scriverebbe dallo scrivano di sopra detto in sur un libro per ciò ordinalo , per pagarlo o risquoterlo in quella maniera e in quel tempo che dagli otto di pratica fosse ordinato. Fecesi questa provvisione, perciocché essendo tratto qualche cittadino per andar fuora della città in uficio , gli era talvolta ritenuto il suo ruotolo, perciocché egli appariva debitore in su'libri del comune, e non si vedeva in quel che egli aveva speso i danari eh' egli aveva avuti; dall'altro lato i cittadini, quando erano ritenuti loro i ruololi, si dolevano, dicendo eh'era fatto lor torto, e che avevano in quegli ufizi dov'erano andati, speso tanto, ch'erano più presto creditori del comune che debitori} acciocché ognuno avesse il dover suo, e per conseguente non si potesse ragionevolmente dolere , si fece la provvisione di sopra delta.
      Erano già gli otto di pratica, innanzi a'quali avevano a comparire i cittadini ch'erano iti negli ufici di sopra detti, per mostrare s'erano debitori o creditori del comune, come s'è detto di sopra, un maestrato il quale , quando il governo della città è stalo in mano della casa de' Medici, ha avuto cura delle cose della guerra, ed ha giudicato le liti che nascono tra V un comune e 1' altro, di quegli che son sudditi e raccomandati a i Fiorentini, o veramente tra uno di questi e qualche privata persona, purché non fosse per conto delle gravezze che essi debbono pagare ogn' anno al comune di Firenze, perciocché queste co-tali differenze e altre somiglianti a queste, le ha sempre giudicate un altro magistrato, il quale si chiamava i cinque del contado, da cinque cittadini de'quali egli era fatto:, ma perchè spesse fiate, quando un comune piativa coli'altro, o veramente un privato con un comune, nasceva differenze tra loro, chi fosse giudice competente di quella causa, e P un di loro diceva che la doveva esser giudicata dagli otto di pratica, e 1' altro da i cinque del contado , secondochè pareva loro aver più favore nel!' uno o nell'altro di questi due magistrati; onde i piati andavano più in lungo ch'eglino non dovevan ragionevolmente andare ; perciò il duca Cosimo per tor via questo inconveniente, e iscemarsi spesa, scemando il numero degli uficiali e de' ministri loro , fece poi V anno Varchi. Voi IL 16
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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