Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      SOC) STOMA FIORENTINAquegli stessi i quali innanzi dipendevano da lui e da lui favoriti erano, quando lo vedevano da discosto si scantonavano e lo fuggivano.
      Il papa, stando saldo in su la sua opinione, scriveva a Baccio Valori in Romagna, e a messer Francesco Guicciardini a Bologna, della qual città l'aveva fatto governatore, con non piccola indignazione e querimonia de'Bolognesi, usati ad aver per capo e superiore loro non un laico, ma un prelato; e a Firenze faceva scrivere n Matteo Strozzi, a Francesco Vettori e ad altri cittadini , dando , come s' usa di dire, intorno alle buche, per fargli uscire ; ma essi, che conoscevano benissimo la volontà del papa, fìngendo di non saperla, rispondevano che non potevano nè volevano mancare d' ubbedire in tutte le cose a sua santità , la quale sapeva che essi senza P appoggio di casa sua , non che godere la patria e i beni loro, non potevano star sicuri in Firenze , e però la pregavano che le piacesse di lasciarsi intendere a ciasctpio di loro ; per non si far capo egli di cotale riforma , e fuggir 1' odio universale e 'I biasimo che gli poteva nascere eternamente d1 aver sottoposto e messo in servitù la patria , guardandosi ciascheduno intorno , ah* pettava che movesse chi che sia, o altri, o il papa stesso; il quale conosciuto alla (ine, che i cenni non gli giovavano, fatti venire a Firenze M. Francesco e Baccio, impose a Filippo, de' Nerli, il quale se ne tornava a Firenze , che dicesse liberamente a quei cittadini che più gli parevano a proposito , eh' egli ormai era condotto col tempo alle ventitré ore , e che intendeva di lasciare dopo di sè lo stato della casa de' Medici di tal maniera in Firenze , che dovesse restar sicuro clW non potesse più avvenire, come nel novantaquattro e nel veozette avvenuto era , quando le palle furono sbalzate eli Firenze, e fatte ribelle^ e gli amici delle palle vi rimasero sani e.salvi. Onde diceva eh' era fermato di far si, che in caso che i Medici fossero cacciati, gli amici e seguaci de' Mudici dovessono anch'essi andare insieme con loro di compagnia. Nell'altre «ose esser contento che ciascheduno avesse dello stato , e quella porzione ne partecipasse , la quale gli si conveniva.
      Filippo, il quale ancoraché non fosse intervenuto in quelle pratiche, sapeva ottimamente la voglia del papa, e per cui più si faceva il principato che la repubblica, fece l'uficio gagliardamente, mostrando che il ciò fare era non solamente utile, ma necessario ; i cittadini gli risposero nel medesimo modo, offerendosi pronti e parati a ubbidire qualunche vòlta gli fosse comandato : laonde il papa, chiamandoli cornacchie di campanile , si risolvette a lasciarsi intendere chiaramente, e mandò prima Antonio Guiducci all' arcivescovo di Capova colla risoluzione della menti; sua, e poco appresso Ruberto Pucci, il quale andasse disponendo la materia, e all'ultimo Filippo Strozzi, il quale v' introducesse la forma.
     


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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