Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (205/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO DODICESIMO 205,
      bisognava, o che egli acconsentisse a tutte le cose che proposte gli l'ussero, e così verrebbe a scancellare i sospetti passati, o che contraddicesse non solo in vano, ma con suo pericolo manifesto. Onde Filippo tra per questo , e perchè egli poco di repubbliche si curava , rispose ( ancoraché alcuni dicono ciò essergli paruto strano ) che farebbe a puntino , senza preterire un iota, tutto quello che ordinato e comandato-gli fosse; e pochi giorni appresso , perchè sendosi sconcia una gamba non poteva andare nè a piè nè a cavallo , e' si fece portare in sur una seggiola a palazzo, dove, ristrettosi col papa a segreto consiglio questi cinque soli, Salviati , Kidolfi , Iacopo, Ruberto e Filippo, conchiusero , secondochè al papa piaceva, che non istando bene due capi a un busto, si dovesse» levare la signoria e 'l gonfaloniere, e fare il signore Alessandro duca assoluto di Firenze.
      A questa cosi grande e così importante resoluzione non s' oppose nè contraddisse nessuno de' cinque , se non solamente Iacopo Salviati, il quale non potendo sentir ricordare nè che si creasse principe assoluto, nè che si edificasse in Firenze alcuna fortezza, come di già si ragionava che fare si dovesse , disse che a lui , il quale era affezionatissimo e sì stretto parente alla casa de'Medici, pareva che il governo della Città di Firenze dovesse bene essere nelle mani e nella balia di così nobile e benemerita famiglia, ma in quel modo però , e con'quella maggioranza ch'egli era stalo tant' anni. Ricordò che alla morte di Leone i cittadini stessi, tutto che il popolo fosse arnàato, conservarono lo stato a' Medici, nel qual tempo, non che fortezza, non vi si trovava guardia nessuna ; affermò ehe le migliori fortezze e più sicure, che potevano essere in una città , era la benivolenza de' cittadini ; disputò che ogni volta che l'universale si teneva contento, il che agevolmente fare si poteva col mantenere la piazza abbondante , e coli' amministrare indifferentemente ragione, non s'aveva a temere di cosa nessuna, e non bisognavano nè guardie né fortezze, le quali erano ritrovate non per signoreggiare i popoli, ma per tiranneggiargli, e servivano più ad offendere altri che a difender sè, «d il sospetto eh' elle mettevano a' sudditi era maggiore che la sicurtà ch'elle arrecavano a' principi. E perchè Filippo allegando altre sue ragioni se gli opponeva , Iacopo rivoltosi a lui gli disse: Filippo, tu non di1 come tu la intendi, e se tu la intendi come tu la di', tu la in-tondi male. E fu verissimo eh' egli quasi profetando ebbe a dir poi : Fo-glia Dio che Filippo nel mettere innanzi il disegno della fortezza, non disegni Im fossa nella quale abbia a sotterrare egli stesso. Por le quali parole il papa non lo chiamava più alle pratiche, ed i cittadini ì qoali prima P arebbono portato in palma di mano , si riguardavano da hi, nè conferivano seco cosa alcuna di quell'; ciie si praticavano , e


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (205/476)






Filippo Salviati Kidolfi Iacopo Ruberto Filippo Alessandro Firenze Iacopo Salviati Firenze Medici Citt Firenze Leone Medici Filippo Iacopo Filippo Fo-glia Dio Filippo