Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO DODICESIMO 197
      deità di fatti nel!' esaminare e nel dare i martori, e così brasca cera aveva, e tanto si dilettava di tormentare gli uomini, che solo il vederlo metteva spavento alla brigata , nè aveva quel giorno bene chimiche la mattina per sua trista sorte lo riscontrava ; certa cosa è che ad alcuni, o per ordine suo o d' altri) furono gettate la notte arme in casa per le buche delle finestre delle volte, e poi il giorno accusati, e si fecero esecuzioni tanto terribili, che gli uomini non ardivano di tenere in casa nou che gorbie o tozzi, o capaguti, o altri ferri somiglianti, ma nè ancora bastoni o mazze appuntate, per tema che non fossero giudicate per picche, e s'aveva cura infino alle secchie de7 pozzi, che non fossero di forma straordinaria, acciò non fossero prese per celatoni. Nè sia alcuno il quale pensi che io accresca queste cose a uso d' oratore, perchè, oltra che la Storia ciò non comporta, io non iscrivo cose tanto vecchie, che non siano in Firenze le migliaia non solo d'uomini, ma di donne, i quali e le quali, come quegli e quelle che a loro toccava, non se ne ricordino ottimamente.
      A queste tante e così fatte miserie s' aggiugneva la peste ; imperciocché i lanzi di San Donato in Polverosa, avanti che dileggiassero per entrare alla guardia di Firenze, mandarono un bando, che chiunche volesse, potesse sicuramente andar nel campo loro a comperare bagaglie e loro arnesi che volevano vendere , e perchè mantenevano leanza a chi v' andasse , solo che non sciorinassono e traviassero dalla strada maestra, vi andò quasi tutto Firenze, onde nacque che la peste , della quale in loro, che non ne fanno molto caso, è sempre qualche sprazzo, s'appiccò in Firenze, e andò covando , morendone sempre qualcuno , tutto I' autunno e tuttaT invernata dell'anno trenta ; ma nel principio della primavera dell' anno trentuno si scoperse e agumentò di tal maniera , che i Viniziani, i quali come prudenlissimi ne tengono diligen-tissima cura, sbandirono Firenze con bandi pubblici, e in Firenze dove se ne fa grandissima guardia, si crearono, per non lasciarla pigliar piede, gli uficiali della sanità, i quali furono: IacopoPiero Guicciardini; Giovanni di Bernardo Covoni ; Giovanfrancesco d' Antonio de' Nobili ; Domenico di Girolamo Morelli e Bernardo di Francesco del Tovaglia.
      11 papa in questo tempo, o per l'andata del cardinale Ippolito a Firenze, o per altra sospezione, cominciò a sollecitare e a far sollecitare più dell'ordinario l'imperadore, il quale senzachè se ne sapesse la cagione vera, sebbene se ne dicevano molte delle false, andava prolungando la dichiarazione della forma dello stato di Firenze; pure all'ultimo diede licenza ad Alessandro, e lo presentò riccamente come suo genero, di gioie, d'armi e di giannetti, tenendogli nel partirsi per alquanto di spaziò compagnia. Egli con ordine di Clemente partì olii diciotto di maggio, e gli otto di pratica sappiendo Varchi. Voi. IL i4
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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