Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      190 STORIA FIORENTINAvuto ch'egli ebbe Firenze, fu di spogliarla di tutte Tarmi, così difensive come offensive, e però mandarono i signori otto un severissimo bando, che chiunche si fosse, non eccettuando persona alcuna di nessuna ragione, dovesse aver portato in palazzo fra tanto tempo tutte l'armi di tulle le sorte, tanto da difendere quanto da offendere, e così col-l'asta come senza, cavatone solamente spade, pugnali, brocchieri, rotelle , targhe e largoni, sotto pena di cento fiorini d'ero larghi, e d'esser messo la casa a ruba a qualunche contraffacesse. Il numero dell'armi, che furono portate di lutle le maniere, fu innumerabile; ma perchè parte si pensava, e parte fu rapportato dalle spie , le quali erano senza novero, parte segrete e parte palesi, che molti avevano nascoso ne' luoghi occultissimi i migliori giachi e le più care armadure , andarono poi in diversi tempi bandi severissimi sotto gravissime pene, eziandio della vita, con protestazione che si cercherebbono diligentissimamente tulle le case senza rispetto veruno di nessuna persona, e chi si trovasse aver fallato ed essere in colpa, sarebbe punito con il dovuto gastigo. Per la paura di questo bando durò più giorni, che ogni notte erano gettate dell' armi in Arno, e ogni mattina se ne trovavano sparsamente qua e là per le piazze e 'n su' muriccioli, e tanto era grande il terrore eh' era entralo addosso alle brigale , che nessuno aveva ardire pur di guardarle , non che toccarle, o portarle via ; anzi le persone che andavano fuori la mattina a buon' otta , quando ne vedevano, si volgevano in là e studiavano il passo, per non esser veduti quivi da' famigli d' otto, i quali ogni mattina per tempissimo andavano attorno e le ricoglievano. Costoro, i quali ordinariamente sono la schiuma de'ribaldi , non solo entravano in qualunche casa veniva lor bene , e massimamente de' Piagnoni, cioè dei cittadini sospetti alle palle e allo stato, per involare qualche cosa solt' ombra di cercare d'arme; ma si disse che alcuna volta usarono di portarne essi copertamente da loro, e facendo le viste d'averle trovate , ne menavano preso il padrone della casa, o non vi trovando lui , scritte tutte le robe, e lasciandovi alcuno di loro , che guardassero la casa, facevano il rapporto a ser Maurizio cancelliere, in nóme de' signori otto, ma in falli guardiano e padrone. Era costui da Milano, (1) e usava tant'asprezza di parole, sì fattacru-
      (i) Bernardo Segni leva quest' onta ai Milanesi, e la regala ai Romagnuoli, « lo dipinge co' più neri colori, Voi. II, pag. 89. Benvenuto Cellini nella sua vita ci dice che costui per ogni piccola cosa avrebbe daio la corda a San Giovanni Battista. Voi. 1. pag. 268. Tutti gli storici concordemente gridano contro le scé-leratezze commesse da questo inumano cancelliere, e i fuorusciti fiorentini l'accusarono avanti Carlo V come un mostro brutto d' ogni crudeltà.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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