Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      200 STORIA FIORENTINAsape, secondochè afferma maestro Lucalberto Podiano Perugino nella Vita ch'egli scrisse in latino del signor Malatesta, nel modo che gli parve, si ritirò in una sua villa, la quale più per passare il dolore che il tempo, faceva fabbricare , e quivi mal disposto del corpo, e peggio dell' animo, agli ventisei di dicembre, non avendo ancor fornito il quarantesimo anno forni la vita, e lasciò in gran segreto e con severissimo comandamento a Leon Ridolfo suo figliuolo (che cosi ebbe nome al battesimo), che mai non dovesse servir repubbliche.
      A'molti e non piccoli dispiaceri di Clemente se n'aggiunse in questo tempo uno grandissimo, quasi non volessero i cieli ch'egli alcuna godesse delle sue felicità , il quale fu questo: Aveva il papa creduto sempre, che I' imperadore dovesse o lasciare spirare il compromesso senza lodare, siccome promesso gli aveva, o lodando, lodare in suo favore e della Chiesa, e perciò sollecitava il vescovo di Vasona suo nunzio, che sollecitasse l'imperadore a sentenziare. L'imperadore aveva rimesso la causa al consiglio de'suoi dottori. 1 dottori, secondo 1' usanza pessima d'oggidì, mandavano la cosa in lungo, e attendevano a far disaminare ogni giorno molti testimoni, e scrivere lunghissimi processi. E perchè il duca di Ferrara aveva per ottener la sentenza presentato, secondochè affermava il papa, innumerabile somma di pecunia, davano ad intendere al vescovo che la sentenza, ogni volta che si giudicasse, verrebbe in favore del papa, e ciò facevano maliziosamente, affìnechè egli facesse istanza a Cesare che desse la sentenza; il qual Cesare per potersi scusare col papa, come poi fece, e rivolgere la colpa addosso al suo nunzio, gli faceva intendere artatamente, che voleva lasciare spirare il compromesso senza giudicare. Ma finalmente stimolandolo il Vasona , per le cagioni dette, ogni giorno più, Cesare lodò, e secondo la relazione de'dottori, aggiudicò Modana e Reggio con tutte le loro appartenenze al duca di Ferrara , e fece che il papa, ricevuto da lui centomila ducati, benché alcuni scrivono cencinquantamila, e ridotto il censo secondo l'usanza antica a diecimila fiorini d'oro l'anno, dovesse rinvestirlo della giurisdizione di Ferrara. Per questa novella, la quale giunse in Roma in di ricordevole, cioè a'sei di maggio (1), veggendo Clemente sbeffato ed ingannato sè e il suo nunzio dall' imperadore e dal suo consiglio, ne prese sdegno e dolore inestimabile, e mentre secondo la natura e usanza sua cercava «li ricoprirlo, l'andava scoprendo più, non solo non volle omologare (2) il lodo e pigliare i danari allora, ma né
      (1) Era quel giorno doloroso per 1' orribii memoria del sacco di Roma del 1ì>-7, Arbib.
      (2) Ratificare , sottoscrivere. La Crusca non ha che omologo, add. corrispondente. V. S.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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