Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      480 STORIA FIORENTINAservidore nessuno, non aveva nè capo alle repubbliche , nè ambizione di regnare, ma solo d' essere amico a chi reggeva , di maniera che non gli fossero posti accatti nè balzegli , e potesse non solamente portar l'arme, ma cavarsi (essendo uomo de'suoi piaceri) le sue voglie, e massimamente ne'casi d'amore, ne'quali era intemperatissimo, non guardando nè a sesso nè a età nè ad altri rispetti ; i quali esempi noe-quero molto alla gioventù fiorentina, perciocché tutti coloro i quali volevano esser nobili, o parere più d' assai degli altri, andavano imitando lui e Giovanni Bandini, il quale era la sua prima lancia. Tutti gli spadaccini , e quei giovani che volevano sopraffare gli altri, facevano capo a lui (e massimamente al tempo del duca Lorenzo suo cognato, il quale l'amava singolarmente ) per avere un appoggio, il quale o gli difendesse da' magistrati, o gli soccorresse di danari, il che egli, tutto che fosse piuttosto avaro che scarso , usava di fare assai spesso, prestandone ancora grosse somme a cittadini grandi, facendogli però pagare per terze persone, e obbligargli al libro del suo banco , di maniera che se ne potesse valere a sua posta. Queste sue tante virtù e felicità, accompagnale da tanli vizi e capitali costumi, gli avevano concitalo appresso molti, non minore invidia che odio, e furono alla fine cagione della sua rovina e dell' altrui.
      Alle tante disgrazie e miserie, quante io ho raccontate di sopra , se n'aggiugneva , come se fossero slate o poche o piccole, un'altra di non poco nè piccolo momento, e questa era che per una deliberazione fatta nel principio dalia balia, tutti coloro i quali avevano comperato beni o mobili o immobili da alcuno ribello, erano rigidissimamente costretti da cinque uomini creali sopra ciò, a rendergli lutti senza riavere pur un soldo di quanto speso vi avevano, tulio che a vilissimi prezzi comperali gli avessono: similmente coloro i quali compro avevano de'beni dell'arti o degli spedali o de'luoghi pubblici, bisognava che gli restituissero incontinente, senzachè fosse renduto loro cosa alcuna; benché quanto all' arti fu poi ordinato che fra il termine di otto anni si dovessono rimborsare. Sopra i beni ecclesiastici era venuto da Roma con ampissima autorità messer Giovanni de Statis, uomo intero e intendente , e che essendo stato altra volta lungo tempo con ottima fama vicario dell' arcivescovo, come conosceva ed amava in Firenze molti, cosi v' era da molli conosciuto e amalo. Costui gli fece rendere tutti quanti, senzachè nessuno de'«imperatori ne ricevesse pur un picciolo; onde avvenne che molti avendo perduto in un punto solo tutto quello che con grandissima fatica e risparmio avevano raggranellato e raggruzzolato in molli anni, divennero poveri in canna. Onde con nuove confusioni si senlivano nuovi.guai e rammarichile lauto più che coloro iv^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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