Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO DODICESIMO 1 7i)
      renzo d'Antonio degli Alessandri; Maso di Geri della Rena; Michele d'Antonio del Cittadino per la minore; Niccolò d'Andrea degli Agli; Prinzivalle di mescer Luigi della Stufa; Raffaello di Francesco de'Medici} Raffaello di messer Alessandro Pucci ; Ruberto d'Antonio Pucci; Ruberto di Francesco Alaman-neschi; Ruberto di Felice del Beccuto; e Zanobi di Francesco Carnesecchi. L'ufficio «li questi arroti, o balia grande o senato, il quale soddisfece berte all' ambizione di molti cittadini minori, ma non empiè già l'ingordigia di pochi maggiori , è ragunarsi in palazzo ogni volta che la campana gli chiamasse ; e quivi con tanta autorità, quant'aveva prima tutto'I consiglio maggiore, far leggi, passare provvisioni, e provvedere all' al-ire occorrenze dello stalo, secondochè da chi aveva la mente del papa losse stato proposto.
      Filippo Strozzi, sebbene essendosene tornato a Firenze con altri fu ben veduto accarezzalo da Baccio Valori e da molti cittadini dello stato, e fatto una della balia grande, nientedimeno conobbe tostamente, che egli non essendo chiamato nè a pratica, nè a consulla veruna particolare, non era in grazia di Clemente; perchè andatosene a Roma, s'ingegnò di giustificarsi con lui, secondo la natura e usanza degli uomini o troppo semplici, o troppo astuti, i quali molte volte si fanno a credere di poter dare ad intendere ad altrui e bene spesso a sè medesimi quelle cose, i quali non solamente non sono , ma sono tutto il rovescio. Il papa, il quale in segreto l'odiava, lasciatosi intendere che bisognava che la proscrizione fosse gagliarda , lo fece , per metterlo in maggior disgrazia, dell' universale , de'secondi otto, ma non bisognò ch'egli scoprisse, essendosi, per la cagione detta di sopra , posto fine al confinare. Risplendeva Filippo per la nobiltà sua e per la ricchezza , ma più per l'affinità e parentela della casa de' Medici, sopra gli altri cittadini} trovavasi una numerosa e bellissima famiglia di sette figliuoli maschi e tre femmine , quattro de' quali erano già di tal età e di lanta speranza, quanta in ciascheduno di loro si dimostrò poi, e così domestici con esso seco, ch'egli nel ragionare usava dire d'avere non sette figliuoli, ma quattro fratelli e tre figliuoli ; faceva professione non solo di lettere ma di buone lettere; aveva tolto per impresa di volere, opera sopra le sue forze, correggere, dopo Ermolao Barbaro uomo di singolarissime virtù, i Libri della Storia naturale di Plinio , servendosi per compagno de' suoi studi, di messer Bernardo da Pisa, chiamato da chi il Pisano e da chi il Pisanello, uomo d'acutissimo ingegno, ma piuttosto eccellente musico in que'tempi, che grande'e giudizioso letterato. Viveva in casa sua piuttosto da stretto cittadino che da largo gentiluomo; era grazioso, affabile e cortese molto, arguto nel favellare, trattoso nel rispondere, prudente nello scrivere ; non isfoggiava nel vestire, non si menava dietrov^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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