Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO DODICESIMO 160
      j a credere che per fuggire la povertà , della quale non istimano miseria nessuna peggiore, sia lecito di fare in tutti i modi tutte le cose. Fu vero che il convito che fece messer Simone fu molto più bello e vie maggiore del solito , essendo usanza che tutti i gonfalonieri , quando fornito il magistrato se ne tornavano a casa , facessero un pasto alla signoria ; fu vero che il popolazzo, che corre sfrenatamente, e in spezie quello di Firenze, a qualsivoglia novità, si ragunò quasi tutto in sulla piazza, e che essendo stato tanto in tante turbolenze e in cosi fatta carestia , si rallegrasse non poco; ma che la ciltà si sdimenticasse le miserie passale, e le tribulazioni presenti, e tant1 altre faccende , sono bugie e adulazioni, non solamente espresse, ma ridicole, perciocché mai più non si trovò tanta povertà e strettezza di danari quant' allora, nè in maggiori e più dannosi travagli, come dichiareranno pur troppo k cose seguenti.
      Primieramente furono condannati nel capo e nella conliscazione de* beni per l'essersi o fuggiti nacosamente di Firenze, o partiti senza licenza del domiuio ( ancoraché il papa avesse comandato che in tutte le terre della Chiesa si mettesse ordine che tulli i Fiorentini fussono arrestali ), Giovacchino di Raffaello Guasconi ; Giovambatista di Girolamo Gondi ; Lionardo di Damiano Barlolini ; Niccolò di Giovanni Machiavelli e Piero di Tommaso Giacomini. Nelle medesime pene furono condannati e banditi per aver arso le due ville Careggi e Salviati: Dante e Lorenzo, detto Cencio, di Guido da Castiglione; Bartolommeo, chiamato Baccio, di Lionardo Nasi; Niccolò di Ridolfo del Bene nominato Monamì^ Batista di Tommaso del Bene nominato il Bogia; Niccolò di Giovanni Machiavelli cognominato il Chiurli ; Giovambatista di Lionardo Giacomini per soprannome Piattellino; Giovanni di Donalo Adimari soprannominato Za-gone ; Giovanni di Lionardo Rignadori altramente Sorgnone (1) ; Bartolommeo di Piero Popoleschi} Cardinale di Cardinale Rucellai: Giovambatista di Cosimo Strozzi; Francesco di Girolamo da Filicaia; Piero di Lorenzo Ben-intendi } Giorgio di Nicolaio Dati, giovane spiritoso e di buona speranza. Di questi alcuni andarono all' arsione per far compagnia agli altri , e alcuni non sapevano d»ve s' andavano. A Benedetto di Geri Ciofi vocato il Ciofo, fu per esser égli stato capo, o un dei capi, o piuttosto per non essersi fuggilo, mozzata la testa. Lionardo di Filippo Sacchetti , giovane di buona presenza, ma di cattivo cervello, ancoraché visi fosse ritrovato anch'egli, s'era fuggito in villa, ed a coloro i quali l'avvertivano che si dovesse andare con Dio , rispondeva , quasi avesse buono in mano. Io so ben io quello che mi fo : onde preso tli) O Strrignone, cono « dice altrove. Coti 1' Arbib.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Simone Firenze Firenze Chiesa Fiorentini Giovacchino Raffaello Guasconi Giovambatista Girolamo Gondi Lionardo Damiano Barlolini Niccol Giovanni Machiavelli Piero Tommaso Giacomini Careggi Salviati Dante Lorenzo Cencio Guido Castiglione Bartolommeo Baccio Lionardo Nasi Niccol Ridolfo Monam Batista Tommaso Bogia Niccol Giovanni Machiavelli Chiurli Giovambatista Lionardo Giacomini Piattellino Giovanni Donalo Adimari Za-gone Giovanni Lionardo Rignadori Sorgnone Bartolommeo Piero Popoleschi Cardinale Cardinale Rucellai Giovambatista Cosimo Strozzi Francesco Girolamo Filicaia Piero Lorenzo Ben-intendi Giorgio Nicolaio Dati Benedetto Geri Ciofi Ciofo Filippo Sacchetti Dio O Strrignone Arbib Qle Lionardo