Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO DODICESIMO 175
      di dovere ciò fare. Perciocché ii signore Alessandro Vitelli e 'I sigitór Fabbrizio Maramaldo, e il capitano Chiucchiero (I) colle loro fanterie e cavalli avevano dopo la rotta del Ferruccio , accomodati da Lucchesi d'artiglieria grossa, quasi assediato Pisa con due campi, uno di qua d'Arno , e l'altro di là. Ma il capitano Michele da Montopoli, uscito loro addosso per la porta di San Marco , gli ruppe e ributtò : ii quale dopo l'aver lungamente e valentemente combattuto, fu con grandissimo danno de' nimici e molta gloria di sè con più ferite ammazzato, e l'assedio si converti in predare bestiami qua e là , e. rubare se cosa alcuna in verun luogo era rimasa, infinochè ricevuti i danari, si partirono anch'essi tutti carichi di preda e d'oro.
      Erano di già col nuovo gonfaloniere Diesser Simone Tornabuoni senatore di Roma , uomo di bella presenza e di buona mente, non rapace, non ambizioso , non crudele, ma spensierato e goditore , entrati i nuovi signori, i nomi de' quali, perchè vi stavano piuttosto per un segno e prò forma, come si dice, non porremo di qui innanzi, se non quanto la chiarezza e la necessità della storia ci parrà che lo richieggia, e tanto più che il primo segretario loro, il quale era messer Francesco Campani da Colle, uomo che amava sommamente e favoriva le lettere e i laterali , aveva con pessimo esempio cominciato a corrompere le scritture delle memorie pubbliche, scrivendo in sul libro chiamato comunemente il Priorista di palazzo, a piè delle signorie quello che gii dettava non la verità, ino 1' adulazione ; la qual cosa affinechè da ciascuno che vuole, chiaramente conoscere si possa, non ci parrà fatica scriverne qui da piè un esemplo solo, copiando tutto quello che si truova scritto da lui sotto la signoria nel novembre e dicembre 1' anno 4 550 , di parola a parola, cioè:
      Summo hoc magistrata vir omnium virlulum genere omalus, veteri-risque prosapiae Simon Tornabonus , qui Romae senatoris munere fangebalur, durissimi» virtutibus tuis domi, forisque a summo ponti fice Clem. VJJ equestri dignitùle donatas, uuiversae Reip. consensu, ingentiyue omnium laetitia vexillifer procreatus est. Romaque Flore»-tiam senalor et eque* profectus mirifice magistratum iniitt isque (quae sua in omnes bencvolentia extitit) permultos cives non solum variis honoribus affecit, sed eliam publicis muneribus condonari studuit. De-nique functus officio ea xcilicet expectatione, quam de sui virtute apud plerosque hominum concilaoerat, ob rempublicam bene gestam, et in omnes merita, quo exploratum foret bene sibi a pontifice locatum de-cus, omnibus equestris illius dignitatis insigni bus, ense ac vexillo , ve-
      (4) Quel medesimi», forse, che altra voll i chiamò Zucchero o Chiuncitro. Cosi 1' Arbib.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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