Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      460 STORIA FIORENTINAma il capitano Paolo da Spuleto, il quale v'era per buona sorte alla guardia, fedelmente portandosi non gli volle accettare, e cominciando essi ad abbassare gli archibusi e volere sforzare la porta, valorosamente gli ributtò. Alla costui fede e valore devono essere grandemente e in perpetuo obbligati i Fiorentini, perciocché se egli fosse stato o men fedele o men valoroso, la città di Firenze correva manifesto risico di dovere andare a ruba e a sacco con infinito danno e perpetua Vergogna.
      Giunto Malatesta in Perugia, e conoscendo d'esser nel segreto in disgrazia di Clemente, e sappiendo che per tutta Italia e fuora si dicevb lui aver venduto Firenze al papa, e condotti i miseri cittadini come agnelli alla beccheria, mandò ser Vecchia, il quale era suto liberato, in Vinegia alla signoria, in Urbino al duca, in Francia al Cristianissimo, e in altri luoghi ad altri principi e signori , perché lo giustificasse; nè mancarono de'suoi soldati e satelliti, chiamati oggi cagnotti, i quali pubblicarono per tutte le città carlegli, facendogli secondo I' usanza d'oggi , appiccare ne'luoghi pubblici e più frequentati, ne'quali mentivano falsamente per la gola chiunque avesse detto o volesse dire Malatesta avere usato tradimento, e s' offerivano di volerlo provare col-1' arme in mano; cose che facevano effetto tutto contrario a quello ch« o credeva egli, o arebbe voluto che altri credesse.
      Partito Malatesta, entrarono subitamente alla guardia della città, parte alle porte, e parte al monte di San Miniato, e parte alla piazza e palazzo de'signori, i lanzi di San Donato, i quali furono circa dumi-lacinquecento sotto tredici bandiere, capitano il conte Lodovico di Lo-drone, uomo di rarissima fede e virtù. Agli sedici cominciarono a partire gl'Italiani, i quali non solamente furono gli ultimi a essere pagali, ma furono peggio degli altri, perciocché i capi e colonnelli loro andandosene alla sfuggiasca, non si vergognavano a dire, o di non aver avuto danari, o di averne avuto minor quantità che non avevano avere; e il signor Giovambatista Savello, perchè non s'era partito dal suo alloggiamento di Ra^ sciano, fu per colale sospetto fatto prigione da' suoi soldati. Andatosene tutto P eser£ito si cominciò, quasi fosse raffreddata la ferita, a sentire maggiormente il dolore, perchè, non essendosi ricollo nè seminato, non si trovava in Firenze di nessun vivente bene, e bisognò che solamente in comperar bestiami per rifornire le possessioni e sovvenire i contadini, si spendesse una quantità incredibile di moneta ; perchè ancora non si pensava di rassettare, non che di rifare di nuovo i palazzi e le case disfatte e rovinate per tutto 'I contado.
      La dolcezza che senti ii papa piuttosto infinita che grandissima dell'a*
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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