Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      STORIA FIORENTINAsi mossero d'intorno alla nona, e gridando Italia Italia, affrontarono gli Spagnuoli con tanta bravura, che ferendone e ammazzando molti, gli sforzarono non solo a ritirarsi di bjuon passo, ma fuggirsi a rotta, oè è dubbio che gli arebbona spacciali ; ina don Ferrante veggendo che non valeva irè il pregare nè il minacciare, fece intendere con falso, ma astuto e verisimile consiglio a Tanusio capitano de' Tedeschi, che non indugiasse a dar soccorso agli Spagnuoli, se non voleva rovinar esso con lutti i suoi, perciocché gl'Italiani di fuori s'erano accordali con quei di dentro di voler, per liberare una volta Italia da' barbari , morti gli Spagnuoli, ammazzare ancora i Tedeschi ; e appunto fece il caso, che si viddero alcune insegne, le quali, avendo udito il romore, aveva mandate fuori Malatesta con espressa commessione di lasciarsi solamente vedere di luogo sicuro, e riferire a lui tulio quello che seguisse» In questo mentre i Bisogni spagnuoli, i quali erano a San Donato, guadarono Arno, e vennero in ordinanza per soccorrere i loro ; laonde gì' Italiani veg-gendosi tanta gente incontro e non avere aiuto da banda nessuna, e perchè di Firenze non usciva persona, e il signor Giovawbatista Savello e alcuni allri colonnelli italiani, come coloro i quali non sapevano nulla della mente del papa, non s'erano mossi di luogo , dopo alcuoa resistenza essendo morti molti, e feriti non pochi , si misero in rotta , e si ritirarono tra Rusciano e i ripari della città,, e quivi fecero lesta, aspettando quello dovesse seguire, mcnlrechè gli Spagnuoli attendevano con incredibile avidità a saccheggiare , rubare e ardere le trabacche e padiglioni e tulli gli alloggiamenti loro. Questa piuttosto battaglia che zuffa, nella quale trall' una parte e 1'altra rimasero morti da secento uomini, e feriti da trecento, fu cagione della salvezza di Firenze, perchè gli Spagnuoli dubitando di dover essere di nuovo affrontati dagPItaliani coli'aiuto delle genti di Malatesta, si ritrassero ne'forti , e badarono a pensare più come potessero difender che offendere altrui ; e gì' Italiani temendo degli Spagnuoli e de' Lanzi stettero tutta notte in arme, e la mattina in sull' apparir del giorno, guazzato il fìuiee, presero gli alloggiamenti sparsamente per tutte le ville più forti del poggio di Fiesole, e per essere, se nulla venisse, soccorsi da que' di dentro, lasciavano andare in Firenze , dove non era rimasa grascia nessuna, di tulte le ragioni vettovaglie , sì per ja via del Mugello e della Romagna , e sì per quella di Prato e di Pistoia. A me fu detto da chi poteva saperlo, che il signor Pirro, non per ordine de' Papisti, come si diste, ma dei papa >»tesso, il quale voleva la città piena e non saccheggiala, fece nascere a sommo studio questa quistione^ della qual cosa avendolo io fatto poi dimandare dal capitano Francesco di Galeotto de' Medici suo cognato, <*gli senza voler affermarlo, o negarlo, se ne passò leggermente con un ghigno.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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