Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      156 STORIA FIORENTINAdiedero nè migliori fatti nè migliori parole che al Verrazzano ; anzi gli dissono che non conoscevano altra signoria nè altro signore che Malatesta ; perchè egli, veduto che non profilava cos' alcuna, andatosene mrlcontenlo alla casa di lui, lo pregò umilissimamente in nome della signoria , che gli piacesse per salute e benefizio comune fargli partire di Santo Spirito : ma egli, che aveva mandato a commendargli e profferir loro tutto quanto poteva, rispose che stava con que' giovani e che non conosceva altra signoria. E subito mandò il Guercio nel campo, e operò si, che quella sera stessa venne Baccio Valori in Firenze in casa sua ( dove disse poi egli stesso, dolendosi dell' ingratitudine di Clemente, che era stato più volte con gran pericolo e disagio segretamente ), e ordinarono che la signoria, la quale non essendo ubbidita ella, conveniva obbedire altri, ragunati gli ottanta, creò quattro ambasciadori per capitolare a don Ferrante con più vantaggio che si potesse (1), stando sempre ferme le due condizioni principali sopraddette; e quattro altri ne creò al papa: messer Bardo Altoviti, Iacopo Gianfigliazzi, Iacopo Morelli e Lorenzo Strozzi ; e due all' imperadore, messer Galeotto Giugni e Pierfrancesco Portinari, e per loro giovane Batista Nasi ; ma di questi sette, mutato lo stato, non si ragionò più ; solo fu mandato a Boma con grandissima diligenza Baccio Cavalcanti per trattar della riforma del governo.
      La mattina di poi, che fu il giorno di san Lorenzo, andarono i quattro ambasciadori a don Ferrante, e quello stesso dì fu a un pelo per capitar male la città di Firenze, conciossiacosaché una parte degli Ostinati , ancoraché Dante loro capo si fusse cansato per sospetto, essendogli stato riferito che Alamanno e la parte cercavano di farlo ammazzare , s' era ragunata colP arme in piazza per guardare il palazzo ; la qual cosa intesasi da' giovani di Santo Spirito, vi mandarono prima il Maglietta de' Bospigliosi, poi v'andò Alamanno con tutto il seguilo, la maggior parte in arme bianche, e guardandosi a traverso l' un P altro mentre spasseggiavano, furono più volte per attaccare la mischia. Ma gli Ostinati, essendo assai meno e al disotto , se n* andarono alla sfilata, quando uno e quando un altro, da pochi in fuora, i quali si ristrinsero sotto la ringhiera. E si tiene per certo che se i giovani s' attaccavano , ancora i soldati fiorentini e i Guasconi con i Perugini e Corsi, e per conseguente andava a sacco, e forse a fuoco Firenze, perchè Malatesta metteva dentro i nimici. Alamanno e gli altri seguaci, i quali erano chiamati la parte di Niccolò, fece sapere alla signoria che
      (i) Cioè erto quanto ambasciadori a don Ferrante per capitolare con più vantaggio che ti putisse.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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