Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO
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      e massimamente il gonfaloniere, quanto doveva e poteva il più, e con maggiore animo che giudicio comandò che tulli i gonfaloni fussouo subitamente in piazza con tutte 1' armi e in battaglia, e stette per armarsi anch' egli, e andare con esso loro a cavallo. Ma potendo oggi mai più la paura del perdere che la speranza del vincere, e non s' ubbidendo dove non si teme, di sedici gonfaloni non ve ne comparsono più che otto, i quali s'inviarono con moli' ardire, non so già con quanta prudenza, per vendicare Andreuolo, e uccidere o cacciar Malatesta di Firenze. Ma egli, eh1 era Malatesta , consapevole dell' animo suo, e dubitando di lutto quello che avvenire gli poteva, avtira già fatto entrare il signor Pirro colle sue genti ne1 bastioni, e presentendo la piena che gli veniva addosso , mandò Margutle da Perugia, che ruppe a gran furia e spezzò la porta a San Pier GaUolini, comandando al capitano Caccia Altuiti, che v' era a guardia, da parte del generale, che se ne partisse , e l'artiglierie che erano volte verso i nimici, rivolse contra Firenze , minacciando tuttavia Malatesta , che menerebbe dentro gl' Imperiali, se le bande della milizia venissero avanti. E qui è da sapere che io trovo scritto da uomo degnissimo di fede, e questi è Girolamo Benivieni, che Malatesta aveva ottenuto un salvocondotto da don Ferrante di potere uscire con tutte le sue genti e con quei cittadini che volesse, di Firenze , e a suon di trombe e colle bandiere spiegate passare salvo e sicuro per mezzo il campo, con patto però eh' egli dovesse lasciare 1' adito libero e la porla sbarrata ali1 esercito cesareo, e già s'erano messi in ordinanza gli Spagnuoli e i Tedeschi sotto San Gaggio , aspettando che Malatesta uscisse per entrare essi.
      Era Firenze, sbandale che furono le bande, sottosopra tutta quanta; ognuno, così gli uomini come le donne, e tanto i grandi quanto i piccoli , sgomentato e pieno di paura ; nessuno, o cittadino o soldato, sapeva più che farsi nè che dirsi ; molli andavano, nè sapevano dove ; alcuni bestemmiavano la crudeltà del papa ; alcuni maladicevano la perfidia di Malatesta ; chi cercava di fuggirsi, chi di nascondersi ; altri si ritiravano in palazzo; altri si ricoveravano nelle chiese ; certi gridavano, che si comballa ; certi, che si faccia accordo ; i più fattisi del tutto spacciati, s' erano rimessi in Dio, e aspellavano d' ora in ora, non una morte sola e semplice, ma mille e crudelissime , non pure a sè , ma alle mogli, a' figliuoli e a tutti i suoi. Nè sia chi pensi che in alcnna città fusse mai nè tanta confusione nè cotale disperazione, parendo loro di vedere tratto tratto entrare i nimici dentro, ammazzar le persone, saccheggiar le case e abbruciar la città, e con tutto ciò una gran parte s? aveva messo in cuore di piuttosto perdere la vita combat-Varchi. Voi. 11. »o


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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