Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      132 STORIA FIORENTINAgnoria dimanda licenza di potersi partire di quella, e conoscendo bene detti signori dieci, che volendo la città risolutamente combattere, ed essendo sua eccellenza nel grado suo del capitanato, questo non si potrebbe fare senza gran cariro di sua eccellenza , s' ella fusse presente nella città ; però a causa che non sia da questa città maculato V onor di quello, dal quale ha ricevuto per il passato infiniti benefizi, e spera ancora averne a ricevere, ed a causa che queste presenti abbiano ad esser sempre verissimo testimonio delle buone sue operazioni e della verità ; però i detti signori dieci col parere e volontà de' magnifici ed eccelsi signori, e de' venerabili collegi, e del consiglio degli ottanta e pratica, per il presente partito e deliberazione dettono pienissima, buona e libera licenza al prefato signor Malatesta , e liberarono sua eccellenza dal peso e carico della condotta del capitanato della detta eccelsa repubblica fiorentina , concedendo al prefato signor Malatesta piena venula e salvocondotto per virtù delle presenti di poter sicuramente partirsi con tutte quelle persone particolari che piaccia a sua eccellenza, e quelle robe che a sua eccellenza verrà bene, e di lasciare nella città tutte quelle persone che per negoziare sue faccende gli tornasse comodo. E perchè la città s' è trovata per il passato, e trovasi di presente in tanti travagli, che non s' è potuto verso sua eccellenza fare nè co" falli nè colle dimostrazioni quello che le sue buone opere hanno meritato, avendo speranza che la città abbia con felici successi a posarsi , s' offera per la presente a sua eccellenza riconoscerla pubblicamente come meritano e ricercano i benefizi da sua eccellenza ricevuti. »
      Era Malatesta tanto commosso d' animo e tanto accecato dall' ira, che ninno ardiva dirgli cosa veruna, ed egli non vedeva, si può dir, lume, e ragionando tra sè proruppe in tanta smania , eh' egli disse forte che ognuno 1' udì: Firenze non è stalla da muli, io la salverò a ogni modo a dispetto de traditori; volendo intendere non di sè, ma de' Piagnoni e degli Arrabbiati ; ma molti lo ripigliano, come non degli Arrabbiali dicesse, non de' Piagnoni, ma di sè proprio. In quel tumulto i suoi soldati tolsero non solamente le mazze d' argento a' mazzieri , ma la mula e la cappa del Niccolino, il quale più morto che vivo fu preso e fatto medicare da Alamanno de' Pazzi ed altri giovani fiorentini, i quali, disperati di poter salvar la libertà» s'erano gittali da quello di Malatesta per salvare la vita e la roba. Il gonfaloniere e la signoria, e per la siguoria intendo lutti o la maggior parte di coloro i quali governavano, udito questo caso non aspettalo, e anco da non doversi aspettare, nè ancora nella Scizia o nella Numidia, s' alterò,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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