Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO { 29
      ticolarmente discorso e detto, non approbando gli desideri e voler suoi, che sempre avuti hanno nel voler combattere, colle evidenti ragioni mostrandole la rovina della città venendo a quello. Ma noi, come quegli che qui venuti siamo per servizio della città, e non per consentire a sua rovina, considerato molto bene in qual termine ci troviamo, e che il nimico sia a noi superiore, senza niuna speranza avemo persuaso vostre signorie che volessono risolversi a pigliare qualche appuntamento più conveniente che trovar si possa, per il quale ne seguisse la preservazione di questa città, massimamente non avendo altro rimedio a tal salute, e dopo molte ragionevoli persuasioni fatte a vostre signorie sopra tal materia, quelle si sono contentate per il mezzo nostro s' intendesse V animo dell' illustrissimo signore don Ferrante Gonzaga rimaso , di poi la morte del signor principe d' Orange, capo in detto esercito.
      t Per intendere dunque 1' animo di sua signoria illustrissima qual sia in detto accordo e volere in essa città, ag li sei del presente si mandarono due nostri uomini al prefalo signore per intendere tal animo e volontà, al ritorno de'quali, come vostre signorie sanno, s'è intesa la mente della maestà cesarea e di sua signoria illustrissima essere che la città sia preservala salva e in libertà, e venire a ragionevoli accordi per soddisfare all' una e P altra parte. Ma vostre signorie volendo 1' intera soddisfazione secondo gli animi suoi, ii che non pare che sia ragionevole, trovandosi I' inimico a noi superiore, perciò non voglion seguire il detto accordo, anzi di nuovo ci hanno ricercato del combattere; che come per altre nostre abbiamo detto e replicato, dal detto combattere ne nascerebbe la manifesta rovina di questa città, che per tal cagione avemo sempre ricusato quello, che da vostre signorie (1) in tale oppenione pur perseverano; noi, come quelli che già tanti mesi avemo difensata questa città dalle nemiche forze, e per tale difensione ci siamo venuti, nè potendo levare dall' impresse menti di vostre signorie colle tante così evidenti ragioni, che combattendo seguirà la manifesta rovina della città, sopra la quale impressione più volte a bocca et in scriptis a nostra. soddisfazione e per il nostro onore ci siamo discolpati appresso Dio, vostre signorie e tutto il mondo, e apertamente detto cìie dando effetto al combattere vostre signorie saranno cagione della rovina sopraddetta e particolarmente sua, e vedendo che le nostre tante ragioni non ponno nulla appresso vostre signorie, per soddisfare adunque interamente al nostro onore e animi, acciò si possa in ogni lempo e a qualsivoglia principe e uomini di guerra mostrare i nostri pareri e volontà, nelle presenti protestiamo
      (i) For»'e dorrebbe leggersi c/m vostre signorie. Così 1' Aibìb.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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