Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 4SIuscire della commessione de' suoi signori, essendo quella strada lunga e malagévole molto, o piuttosto tirato da' Tati, a' quali, essendo incogniti e potentissimi, non si può nè provvedere coli'ingegno nè ricalcitrare colle forze, seguitò il cammino preso : e avvenne per caso , che mentre egli entrava per la porta dinanzi, Fabbrizio, avendo attraversato e accorciato il cammino per tragetti ; entrava anch' egli da un' altra parte, rotto un muro a secco , per un'altra porta. Il che veduto il Ferruccio, smontato a pie, e preso una picca in mano, appiccò una piuttosto terribile e sanguinolenta battaglia, che grossissima e spaventosa scaramuccia, la. quale durò gran pezza, essendone da ogni parte*quasi egualmente morti e feriti molti, si dalle picche, sì massimamente dagli archibusi. Il Ferruccio ora inanimava i suoi colle parole, chiamando quando questo e quando quell' altro per nome, e ricordando loro che nelle loro mani era o la salvezza o la distruzione di Firenze, e ora spaventava, i nimici co'fatti, ammazzandone e ferendone molti, facendo V uficio così d' animoso soldato, come di prudente capitano. Fabbrizio non si stava anch' egli, avendo maggior riscontro trovato eh' egli non si pensava, e di già era entrato nuova gente nella terra a soccorrerlo ; onde le bande rosse colla quantità del numero massimamente, e le bianche colla qualità della virtù, facevano in guisa, che non si poteva discernere da qual parte volesse stare la fortuna, anzi pareva che ora fussino vittoriosi i Ferrucciani, serrando e cacciando i nimici, e ora i Maramaldesi, puntando e rincacciando gli avversari, e cosi ondeggiando ora da questa e ora da quell' altra parte, come fanno le cime degli arbori quando traggono due venti che fieno contrari.
      Mentrechè dentro il castello, e principalmente in sulla piazza e presso un altissimo castagno, si combatteva ferocissimamente per gli uni e per gli altri, la cavalleria del principe aveva assaltato con grandissimo impeto i cavalli del Ferruccio; ma eglino non solamente, quasi fu9-«ero immobili, sostennero i' urto, ma aiutati da buon numero d'archi-busieri, gli percossero e sbaragliarono di sorte, che il principe, che in quella era arrivato, veggendogli tutti rotti e sparpagliati, più con impelo d' ira che con discòrso di ragione, non solo s' avventò con tutta la gente d' arme a soccorrergli, ma ancora, anzi temerario soldato che accorto capitano , spinse innanzi a tutti il cavallo in un luogo ripidoso e dove fioccavano l'archibusate, onde quasi in un punto medesimo ne toccò due, una dinanzi nel petto, e 1' altra dietro nel collo, per le quali caduto in terra morto, fu in un subilo spogliato per cupidigia d' avere i suoi panni e V armadura, la quale era ricchissima , e ricoperto, perchè riveduto e riconosciuto non isbigottisse i


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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