Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (115/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO UNDICESIMO i 4 5
      stando la milizia fiorentina tuttavia in ordine e il gonfaloniere stesso per seguitarlo: ma venuta la sera tutti i Perugini, raccolte le loro bagaglie, fecero fardello, e altrettanto fecero i Corsi, licenziando gli tini e gli altri i soldati fiorentini i quali erano nelle loro compagnie, onde si dubitò non volessero la notte o saccheggiare la città,, o andarsi con Dio, e per questo i giovani stettono tutta notte vigilantissimi alle loro bande, e fecero la guardia alla piazza con somma diligenza. L' altro giorno, mentrechè Malatesta s' andava intrattenendo d' intorno a' medesimi preparamenti per tenere a bada i commessari e i capitani delle bande, i quali ardentissimamente lo sollecitavano, venne la nuova vera della rotta del Ferruccio; dico vera, perchè poco prima s' era sparso per Firenze con incredibile letizia, che il principe era stalo morto, e P esercito rotto e sconfitto dalle genti del Ferruccio. Per questa nuova i Palleschi, i quali erano risurti per la perdita d' Empoli, ma lavoravano segretamente, cominciarono a mostrarsi vivi alla scoperta : e Malatesta alleggerito d' un gravissimo peso, e giudicando d' aver vipta la pugna, mandò tutto pieno di baldanza chi dicesse al gonfaloniere e alla signoria, che la guerra risolutamente era perduta ; onde bisognava por giù 1' ostinazione, e pensare non più al combattere, ma all' accordarsi, e trovar modi che la città non andasse a sacco. La pratica, per non mancar di diligenza nessuna , aveva mandato messer Donato Giannotti segretario de' signori dieci, uomo non meno leale che prudente, a tentare J» animo dei signore Stefano per veder d'indurlo a uscir fuori, e far prova della fortuna e della virtù ; ma egli che in vero era poco persuasibile, aveva risposto non esser più tempo, e, molto fuor di tempo e contra le leggi e consuetudini militari, dimandò licenza : tanto può 1' emulazione e lo sdegno ne' petti degli uomini, ancoraché nel resto eccellentissimi e prudenti molto. E per dire il vero, egli ( qualunque cagione lo movesse) mancò appunto (come si dice) al bisogno. Né per tutte queste' disgrazie s' avvilirono, e perdettero d1 animo i governatori della repubblica, come mostreranno le cose seguenti, raccontato eh' io avrò dove e come fu vinto con sua lode , e morto con altrui biasimo il commessario e capitano generale Francesco Ferrucci.
      Dico dunque, per ripigliar da capo questa materia, che trovandosi i Fiorentini in estrema necessità di tutte le cose, e avendo tutte l1 altre speranze umane perduto, deliberarono di far venire con più gente eh' egli potesse il Ferruccio, con intenzione di assicurarsi di Malatesta, e di costringere il viceré, se non di levare il campo, a discoslarlo dalla città, o almeno ristringerlo, e conseguentemente o di tor via 1' assedio od'aprirlo; e, quando pure non avessono trovato rimedio migiiore, d' uscir fuori colla milizia e soldati fioreuiini, e combattere insiemev^rOOQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (115/476)






Perugini Corsi Dio Malatesta Ferruccio Firenze Ferruccio Palleschi Empoli Malatesta Donato Giannotti Stefano Francesco Ferrucci Fiorentini Ferruccio Malatesta OOQle