Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      102 storia fiorentinaien2e in quel modo eh1 erano innanzi che fussero cacciati nel ventisette. Questa risposta non piacque punto , anzi dispiacque fuor di modo al signor Malatesta , perchè, oltre che non poteva promettere in questo, non che disporre de' Fiorentini, si veniva a scoprir troppo tòsto e troppo manifestamente traditore; però gli rispose dicendo che si contentasse senz' altro di mandare il signor don Ferrante Gonzaga, perchè egli pubblicamente nel gran consiglio minacciasse per parte di lui i Fiorentini, che se non facevano subitamente accordo, non sperassino mai più eh' egli o volesse o potesse tenere i soldati che non saccheg-giassono o non rovinassono la città, e V altre cose dicesse che da lui dette gli sarebbono; aggiugnendo che se sua eccellenza faceva questo, ne seguirebbe l'accordo e si rimetterebbono i Medici in quel modo eh' elfa chiedeva, ma non perciò s'obbligava nè con iscritture nè a parole. Onde il principe per non ci mettere d' onore, se la pratica conchiusa non si fusse, gli mandò il signor Pirro , il quale stette segretamente dui giorni in Firenze , e gli disse , Orange esser risoluto di non voler mandare nessuno, se prima non era certificato che le palle sarebbono rimesse. Malatesta s'alterò forte nel suo segreto di questa risoluzione, e veggendo che non poteva fare il tradimento coperto, e non Io volendo far palese , rispose che non gli ragionasse più d' accordo, che non ne voleva intender nulla. Questa risposta, cosi precisa e non aspettata, fece che il principe, il quale si credeva eh1 egli tenesse questo maneggio per ordine della signoria, sospettò che i Fiorentini aspeltassino soccorso di Francia, e se ne tolse giù in tutto e per tutto non senza dispiacere, perchè avendogli Corrado Essio capitano de' Tedeschi vinto al giuoco tutti i danari mandatigli da papa Clemente per dar le paghe a' soldati, non sapeva in che modo potesse più onoratamente, anzi con minor vergogna riuscirne, che far l'accordo, essendo quello stato un atto molto brutto , chi bene il considera, e degno in un generale di perpetuo biasimo. Queste cose furono tramate dal principio fino a mezzo luglio: delle^ quali essendo avvisato segretamente il papa, non pareva che se ne discostasse, perchè la città non andasse a sacco, del che dubitava forte, e dovendola avere egli, non arebbe voluto per cosa del mondo^ ed anco per questa via veniva ad assicurarsi del principe, di cui temeva senza fine , ma non già senza ragione.
      Agli venticinque Malatesta , per rappiccare il filo, mandò in campo Bino Sijgnorelli suo parente , e che gli era confidentissimo , il quale, facendo le viste di volersene tornare a Perugia, si lasciò uscir parole di bocca, mediante le quali il principe s' abboccò con Malatesta vicino alle mura fuori della porta Romana. Quello che si trattassero non siv^rOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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