Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 99
      oltre, le fece tirare il 00H0 , e squartare per mangiatasi ; ma la signoria inteso questo fatto volle, poiché non poteva averla intera, vedere il capo, e a Cristofano da Santa Maria in Bagno, che la portò, diede di mancia quattro ducali d'oro, avendo ciò per felicissimo augurio in favore della città , e tristissimo in disfavore degli Imperiali, portando T imperadore I' aquila nello stendardo*, nè si ricordavano di quell' altro , il quale fu che una mattina innanzi venisse I' esercito, essendo la signoria alla messa in San Giovanni, cadde dalle finestre dinanzi del palazzo una bandiera, nel mezzo della quale era a traverso una striscia, dov'era scritto a lettere grandi questa parola, LIBKRTAS, ed il vento la trasportò prima in sul tetto di San Piero Scheraggio, poi in alcune corti vicine a Baldracca, intantocbè s' ebbero delle fatiche e si penò un buon pezzo innanzichè ella rinvenire si potesse.
      I Fiorentini ancorachè si trovassero allo stremo di tutti i beni, mancando loro quasi ogni cosa, e nel colmo di tutti i mali, conciossiacosaché alla guerra e alia jfame, due delle maggiori disgrazie e calamità che avere si possano , s' era aggiunta per arroto la terza ancora , se non superiore , certamente eguale all' una e all' altra di loro, cioè la peste , la quale appresasi nel munistero di Sani' Agata , non si sap-piendo come, cominciava a fare qualche danno per le pendici ; e benché 1' imperatore gli perseguitasse più che mai, perchè aveva scritto di fresco al duca di Ferrara che, sotto pena della disgrazia sua, mandasse via T oratore fiorentino , il quale colla lettera del benservito se n'andò a Vinegia ; e non ostante che avessono perduto la speranza del re di Francia in tutto, e quella del comrnessario Ferruccio in gran parte, essendo venuto novelle ch'egli non prima fu arrivato in Pisa, eh' egli per le molte fatiche infermò, e con tuttoché nè i Fabbroni, nè i signori di Vernio, nè i Malespini, nè alcun altro desse loro sussìdio nessuno di veruna ragione , nondimeno eglino nel mezzo di tanti e cqsì grandi infortuni, soprastando loro tante e così grandi tempeste, seguitavano colla solita o costanza o pertinacia di volere ( come aveva più volte deliberato la pratica nel consiglio degli ottanta ) uscir fuori coli' armi a ogni modo, e tentare per estremo rimedio 1' ultima prova o di vincerò valorosamente , o di onoratamente morire. E fra l'altre pratiche ne fecero una, alla quale oltre i magistrali ordinari, s' arrosero sedici cittadini per ciascun quartiere , nella quale non si propose altro né si consultò, se non, se era bene che il magnifico gonfaloniere dovesse uscir fuora coli' esercito a combattere^ e tutti uni-lamente consigliarono e risolvettero di si, ed egli, il quale era pur troppo ambizioso e vanaglorioso, l'accettò grandemente volentieri. Coloro i quali in dotta pratica riferirono furono questi : messer Piero dav^rOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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