Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      90 STORIA FIORENTINAde' suoi a casa Lorenzo, e facendo sembiante d' aver di che parlargli a solo a solo, lo fece uscir fuori, e così ragionando s'inviò verso piazza, e finalmente, ancora che egli facesse resistenza d' andarvi, lo condusse in palazzo, dove fu menalo al bargello da'birri, e quivi esaminalo con tortura tre di e tre notti innanzi eh' egli volesse confessare, non ostante che vi fusse la riprova e le lettere di sua mano ; e, confessato eh' ebbe, affermava d' aver ciò fatto con buon zelo ed in benefizio della città , dubitando non ella , se fusse slata presa per forza, andasse a sacco. Era a vedere così fatto spettacolo tutta la terra e buona parte de' soldati, e perchè tosto che il manigoldo legatagli la funicina al collo gli ebbe data la spinta, fu gridato da alcuni i quali erano alle finestre di dietro del palazzo vecchio de' Gondi , ad alt» voce, taglia, taglia, volendo che tagliasse il capestro perchè fusse strascinato, si levò un grandissimo tumulto, dubitando i soldati del popolo, ed il popolo de' soldati, di maniera che sforzandosi ciascuno d' essere il primo a fuggire, si fece sì gran calca , che cadendo addosso V uno all' altro, molti, oltre il perdere, non che I' arme, i panni di dosso , vi furono, venutisi meno, per affogare, e alcuni vi scoppiarono , onde fu biasimato mollo 1' averlo fatto giustiziare in quel luogo e a quelli ora. Ma si conobbe, quanto vagliono 1' arme bene ordinate in una città, perchè tutti i giovani della milizia si ridussono in un tratto senz'alcun romore ciascuno al suo gonfalone, il che fatlo s'acquietò ogni cosa, e i soldati del monle, benché fusse detto loro, il popolo essersi levalo in arme, e gridato palle, palle, non si mossero da' luoghi loro.
      Egli è cosa certa che in Firenze non si diceva, non che faceva cosa nessuna d' alcun momento, la quale i nimici non risapessino incontanente, non solo dalle spie che vi tenevano essi salariale, ma eziandio dagli avvisi de' cittadini medesimi ; e tra gli altri messer Filippo Man-negli canonico di Santa Maria del Fiore, uomo di più che pessima vita, metteva le lettere in una balestriera lungo terra presso alla porta a San Gallo, e Baccio Valori mandava a pigliarle segretamente: e alcuni, non potendo o non volendo scrivere, facevano diversi cenui di su' letti il dì con lenzuoli o sarge, e la notte con lumi, e così si risapevano nel campo tutti i disegni della città, non ostante che la pratica a ri-quisizione del signor Malatesia e del signore Stefano , avesse consigliato e vinto , concorrendovi ancora la volontà de' signori dieci , a cui si scemava, anzi si toglieva 1' autorità , che le deliberazioni de' partili da doversi prendere sopra le cose della guerra, si ristringessero in poco numero, cioè nel gonfaloniere, uno de' signori, uno de1 dieci, uno dei commessari e ne' due capitani.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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