Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      $2 STORIA FIORENTINAa' due giorni d' aprile i soldati della fortezza uscendo di quella andarono verso San Lazzaro, e fecero un' imboscata presso a quella postierla, la quale noi dicemmo che i Volterrani avevan fatta verso Firenzuola, di maniera che uscendo i Volterrani fuora della città per la postierla, di sopra detta , per affrontare que' soldati i quali erano usciti della fortezza, e non erano messi in aguato, furono da quelli tirati nell' imboscata di sopra detta, dove fu ucciso il capitano Cammilio , e ferito il capitano Girolamo Mediconi in una coscia, e la compagnia del capitan Cammilio fu data a Fabbrizio Borghesi; ed un' altra fiata uscendo fuori quegli della fortezza, i Volterrani uscirono per la postierla de1 ponti per affrontargli, dove fu da un tiro d' artiglieria ucciso l'alfiere del capitan Carlo Mannucci.
      Taddeo Guiducci insieme co' Volterrani, desiderando di pigliar la fortezza innanzichè ella fusse altramente soccorsa, mandarono di nuovo un ambasciadore a Siena in nome de' Volterrani a pregare i Sanesi che volessero dar loro queir artiglieria eh' eglino gli avevano promessa; i quali di nuovo dissero che la volevano prestar loro a ogni modo, ma per allora non potevano , perciocché in que' giorni era venuto nel lor contado Fabbrizio Maramaldo con circa quattromila soldati per andare in campo, ed erasi fermo colle sue genti presso a Siena, laddove facevo danno assai, perchè insino a tanto che egli non si partiva del loro paese, non potevano dare altrimenti 1' artiglieria a' Volterrani. Dall' altra parte Bartolo Tedaldi, desiderando di ripigliar Volterra , mandò a Pisa a chiedere cinquecento fanti, poiché da Empoli, dove egli aveva ancora mandato a chiedere aiuto , non era stato soccorso. Fugli risposto da Pisa che se egli non mandava almeno trecento fiorini per poter saldare le fanterie eh' egli chiedeva, non era possibile mandargliele altrimente ; e tornando quegli che portava questa risposta da Pisa per la via di Vada fu preso da' Volterrani. Mandò ancora il commessario Tedaldi lettere agli uomini delle Pomarance a confortargli che volessero tornare alla devozione della signoria di Firenze , dalla quale sarebbe riconosciuta la buona mente loro verso la città di Firenze; conciossiacosaché quella signoria sapesse molto bene che quel eh' eglino avevano fatto era stato fatto da loro per forza. Gli uomini delle Pomarance ritennero coloro che avevano portato dette lettere, i quali erano duoi, ed insieme colle lettere di sopra dette gli dettero nelle mani d' Agostino Martelli, il quale v' era stato mandato per commessario da Taddeo Guiducci, quando quel castello s' era accordato seco e venuto alla devozione del papa, il quale mandò i due uomini di sopra detli, insieme colla copia delle lettere eh7 egli aveva avute dagli uomini delle Pomarance, a Taddeo Guiducci commessario di Volterra, il quale,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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