Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

Pagina (69/476)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      , LIBRO UNDICESIMO 59
      per non si ridurre all' ultimo estremo, mancando oggimai loro tutte le cose, di mandare pel Ferruccio, il quale per le molte e maravigliose prodezze da lui fatte, le quali poco di sotto si racconteranno, s' aveva acquistato per tutto nome non solamente d' ardito e valoroso soldato, ma di prudentissimo e fortunatissimo capitano. Laonde, avendolo -di iiuovq eletto a comrnessario generale di Volterra e di tutta la campagna del dominio fiorentino, gli diedero la maggiore autorità e balia che avesse mai cittadino alcuno da repubblica nessuna, infino a poter donar le città a chi bene gii venisse, e fare accordo co' nimici in quel modo e con quelle, condizioni che più gli paressero e piacessero. La commes-sione era eh' egli, lasciata guardata Vol.terra, si trasferisse a Pisa per la via di Livorno quanto potesse prima, e quivi congiuntosi col signor Giovampagolo Orsino, e fatto più fanti e più cavalli che possibile gli fusse, lasciasse otto insegne per guardia, e se ne vanisse col restante verso Firenze, facendo la strada di Pistoia e di Prato; e in caso che gli venisse fatto di pigliare per la via l'una o l'altra, si fermasse quivi co' Cancellieri, a' quali avevano dato ordine e mandato danari perchè I' accompagnassero, e con tutta 1' altra gente ; quando che no, se n' andasse alla volta di Fiesole, donde sì pensa che 1' arébbono fatto entrare in Firenze per assicurarsi di Malatesta, e tentare la battaglia, o almeno aprire l'assedio, il che agevolissimamente riuscito sarebbe. Fu questo partito giudicato da alcuni, forse perchè fu infelice, teme- ✓ rario, o veramente non considerarono in che termini e a che strettezza si ritrovava quella repubblica.
      Ma questo è il luogo, dove m'è paruto di dover raccontare separatamente tutte quelle cose, le quali degne di storia avvennero in quei tempi o dentro o fuor» dplla città e territorio di Volterra. Dico dunque che la città di Volterra è posta quasi nel mezzo della Toscana, alquanto più inverso mezzogiorno, sopra un monte assai alto, e fu una delle dodici repubbliche antiche della lega de' Toscani, come i borghi e le rovine sue dimostrano di molto maggior circuito eh* ella non è al presente; perciocché il cerchio delle mura che noi veggiamo oggi, fu rifatto da Desiderio re de'Longobardi, e mostra che anticamente fusse la rócca della città, che gli antichi comunemente facevano nel mezzo delle città loro. Di Volterra vogliono alcuni che ragioni Aristotile nel libro delle Cose maravigliose a udirsi, quando disse, essere in Toscana: una città molto potente posta sopra un monte, in sul quale è un colle pieno d' acque e di legname d' ogni maniera, la qual città egli chiama lnarea, i cui cittadini, temendo che qualcheduno di Joro non si facesse tiranno, davano ogn' anno i maestrali delia loro repubblica agli schiavi eh' eglino avevano pel passato fatti liberi; e credono che 'l testo sia Varchi. Voi. 11. 6
      v^rOOQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

Pagina (69/476)






Ferruccio Volterra Vol Pisa Livorno Giovampagolo Orsino Firenze Pistoia Prato Cancellieri Fiesole Firenze Malatesta Volterra Volterra Toscana Toscani Desiderio Longobardi Volterra Aristotile Cose Toscana Joro Varchi OOQle