Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO GÌ
      nomini, tagliarono a pezzi dodici donne. Il Colonna non reggendo comparire il soccorso, s' avvisò troppo bene quello che era, ma non per tanto, spignendosi innanzi Con tutti que' capitani e co' loro soldati, affrontò di nuovo la battaglia de* lanzi Con tanto valore, che i nimici stessi, i quali si difendevano gagliardissimamente, ebbero poi gran tempo che dirne. Rilevò ii signore Stefano, mentre primo di tutti brigava di rompere 1' ordinanza nemica, due ferite a un tempo, benché non molto gravi: una di picca nella bocca, la quale gli cavò più denti, e 1' altra d' una punta d' alabarda per me1 la verga.
      Già si faceva giorno quando Malatesta, sentito la tromba, e veduto venire la cavalleria de' nemici per guaizare il fiume e soccorrere i lanzi, in cambio d' opporsi loro e proibire ehe non passassono, fece richiamare Margutte Perugino, il quale aveva mandalo eon cencinquanta archibusieri al ponte alle Mosse, e dare ii segno che Pasquino e I' altra gente si ritirasse, dubitando, secondo diceva poi, non i cavalli io stringessero di maniera, che non polendosi ritirare, rimanesse serrato fuori della porta ; cosa che, chi sa dove egli si ritrovava e come stavano i bastioni, era quasi impossibile che avvenisse, oltrachè l' ufficio suo era non solo prevedere cotale inconveniente , ma provvedervi : diceva ancora per iscoiparsi, che temette non il principe d' Orange fusse per dovere assaltare i bastioni di San Miniato, avendo sentito una gazzarra che facevano i giovani per 1' allegrezza della rotta de' lanzi, e per questa cagione non si fidando egli de' giovani, essersi ritiralo ; quasi a questo non si fusse o pensalo o dovuto pensar prima , e come se il principe non avesse in quel tempo avuto, non pensiero d' assaltar altri, ma dubbio di non essere, come portava la ragione, assaltato egli. 11 Palestrma, essendo di già chiare, e dubitando del soccorso, veggendo ritirarsi gli altri, si ritirò anch' egli con tutte le sue gemi cariche dì preda in battaglia, nella quale fnrono tratti da Monluliveto alcuni colpi, ma le palle andarono sopra le picche, e non feciono nocumento nessuno.
      Di questi di dentro si . trovarono morti meno di trenta, ma feriti più d' ottanta. Tra' morti fu Virgilio Romano di molta e chiara virtù, e Morgante da Urbino, il quale si portò come tutti gli altri egregiamente, il che merita tanto maggiòr commendazione, quanto il combattere di notte, quando altri non è veduto, arguisce gran fede e gran cuore. Tra' feriti fu passata una coscia al capitano Zannone, non men grande d' animo che di corpo. Di que' di fuora ne furono feriti olirà cento, e morti dintorno a cinquecento, benché questo è dubbio, conciossiacosaché alcuni dicano molti meno* e alcuni molti più: non è già dubbio che se Pasquino o non faceva dare all' arme, o fusse Ilo av^rOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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