Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      54 STOMA FIORENTINAtutti i cavalli, e il maestro dell' artiglierie, il quale si chiamava il signor Sampetro ; scrisse ancora al signore Alessandro Vitelli, il quale si trovava nel Pistoiese, che si trasferisse velocemente a Empoli colla sua gente, il quale agli ventiquattro s' accampò d' intorno alla chiesa di San Francesco, e convennero di dover fare in un tempo medesimo due batterie : una da quella parte che riguarda tramontana , e 1' altra da quella la quale è volta verso ponente. Piantarono dunque tre cannoni alla porticciuola vicino ad Arno, e tre appresso a San Donnino, ed il saboto, che fu a' ventolto, trassero più di trecento colpi I'un dietro all' altro, perchè parte sventato un puntone eh' era verso d' Arno , e parte gettato in terra una parte delle mura, e impedito con un argine che P acqua non potesse scendere ne' fossi, andarono gli Spagnuoli impetuosamente a riconoscere la batteria, e cominciarono un feroce assalto, ma con grandissimo disavvantaggio loro ; perchè, oltra che i soldati di dentro, i quali erano secento, e parte degli Empolesi essendo 'gagliardissimamente assaltati, gagliardissimamente e con gran vantaggio dùl di sopra si difendevano, erano dal fango e dalla mola del fosso inestricabilmente inviluppati e impediti, e non solamente da1 sassi che erano loro gettati, ma da' cantoni che rovinavano per sè stessi a otta a otta dalla muraglia intronata e scommessa per tanti colpi, miserabilmente infranti e oppressi. Durò la battaglia buona pezza, morendone assai di que' di fuora, ma di que' di dentro pochissimi, "e questi quasi tulli d' artiglieria , come intervenne al capitano Tinto da Battifolle, mentrechè egli valorosamente combattendo e dando animo agli altri, che ciò facessero , sospingeva in dietro e ributtava ne' fossi , quando alcuno si scuopriva de' nimici. Laonde il Sarmiento, conosciuto con qual pericolo e con quanto danno, tra per la disagevolezza del sito , e per la fortezza de' difenditori, non profittavano i suoi cosa nessuna, comandò die si rilirassono; il che fu da loro di buona voglia e rattissimamente eseguito. Il Vitello aveva anch' egli un buon pezzo di muro dalla sua parte rovinato; ma egli, non voglio dire meno ardito di Sarmiento, ma più prudente, non volle che si desse l'assalto a.ira-mente. Avevano gli uomini della terra e parte delle donne cominciato, mentre si batteva, a far di dentro nuovi ripari, per abbondare, come si dicer in cautele; conciofussecosachè Empoli fusse talmente fortificato, che se non te donne co' fusi e colle rocche, come aveva scritto il Ferruccio, certo i soldati colle picche e cogli archibusi 1'arebbono potuto agevolissimamente da ogni grossissimo esèrcito lunghissimo tempo difendere. Ma la notte medesima i medesimi Empolesi, o per la paura , o per altro, mandarono fuori, con infame e infelice consiglio, tre uomini, ser Bacdio lor cancelliere, Niccolò di Quattrino e Francesco di
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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