Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO \{
      nella quale egli, governando il banco e Lulle le faccende Zancbj e di Gherardo, s'era acquistalo buonissimo credito, ma ancora arrisicato nell'armi, fu mandato per commessario del Mugello e a Marradi, ed in compagnia sua andò Anton Corso, chiamato Gardone, con tutta la sua compagnia: perciocché i Marradesi, e quelli de'Fabbroni massimamente, i quali s'erano prima ribellati, e avevano fatto contra la repubblica molto male, e in dispregio e derisione di Firenze avevano seppellito un Marzocco a suono di campane, mandarono dicendo alla signoria che, se fosse loro perdonalo, lornerebbono a ubbidienza, e farebbono, sendo aiutati, di molto bene per la repubblica. Partirono di notte tempo, e per la via furono assaliti da un' imboscala di soldati e di contadini, i quali nella villa di BivigUano sotto monte Asinaio s' erano posti in agguato.
      Negli ultimi giorni del mese si sotterrò in Santo Spirito messer Iacopo Bichi da Siena con magnificentissime esequie, il quale alli diciannove era stalo ferito cosi: egli essendo uscito fuori della porticciuoia del Prato per affrontare i nimjci, come faceva quasi ogni giorno, fu, perchè portava in capo uno spennacchio grandissimo fatto di molti pennacchi bianchi, conosciuto da quei di mont' OliVeto, i quali gli posero la mira, e dato fuoco a un sagro lo colsero per la mala ventura nella coscia dritta, e gliela sfrageilarono di maniera, ammazzatogli sotto il cavallo, che bisognò la si; facesse segare. Era questo gentiluomo di tanto sapere nelle lettere d' umanità* e di tal virtù nella scienza dell' armi, e di cosi alto, franco e ardito coraggio, che egli, se vivulo fusse, arebbe forse avuto de'pari, ma superiori , che io creda, no; e, oltre queste tane e sì rare doli, era di così belle e laudevoli, e cosi nobili e costumate maniere, che per quanto a me pareva, il quale gli parlai più volte, alloggiando egli vicino alla casa grande de' Lerizi, dove io in que'tempi nM riparava ogni giorno, non si poteva chiedere a Jingua nè desiderare piy. Il soldo sud e 'l numero de' cavalli ch'egli di condotta aveva, i quali erano centodue, furono con hudevole gratitudine tra Alessandro suo figliuolo legittimo, e Muzio suo figliuolo naturale, parliti ugualmente, confermato messer. Primo suo banderaio , e dato loro ptjr luogotenente tesser Matteo suo cugino.
      Avendo il viceré inteso come il Ferruccio aveva ripigliato Volterra * e che eglj, non vplentjQ lasciarla sfornita, non poteva ritornarsene a Empoli, copie aveva pensato di voler fare, perchè di fuori era il Maramaldo con tutte le genti su$, fece pensiero di voler tentare la spu-gnazionc di quel castqllp,: il quale manteneva, si può dire, viva la città di Firenze, e commisse i, carico di quest' impresa a Diego Sarmienlo capitano de' Bisogni, dandogli, oltre le sue nuove, parecchi delle bande vecchie di quelle del marchese del Guasto * dun Ferrante Gonzaga con Varchi. Voi. lì. 5
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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