Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO 51
      allegò il bacio di Giuda, il quale fu pubblico, e non perciò fu sicuro a eui egli fu dato. Al terzo : < che tutto '1 mondo sapeva quante volte si fusse la città, e in quanti modi umiliata al pontefice, e che egli era sempre ringrandito, sempre più duro dimostratosi e più superbo, sempre più inclemente divenuto e più implacabile, e ultimamente aver detto e fatto quello agli oratori fiorentini in Bologna, che a' più vili uomini e più meccanici dei mondo fatto e detto non si sarebbe. » Al quarto: < che ii far giustizia s' apparteneva a' magistrati, i quali non avendo mancato per 1' addietro, non si doveva credere che mancherebbono per P innanzi dell' ufizio loro, e quando mancassono, allora vi si troverebbe rimedio; e i soldati infino a quel tempo essere stali, e da' loro capitani e da' commessari fiorentini, e così sarebbono per 1' avvenire, quando fallassino, severissimamente gastigali; ma questi esser ricordi così comuni e dozzinali, che qualsivoglia donnicciola gli àrebbe saputi dar loro.» Al quinto: «che l'orare e il digiunare s'aspettava generalmente a tutti i Cristiani, ma in specie a'frati e a'preti, ì quali fauno di ciò professione particolare. Circa il far delle limosine, questa medesimamente essere opera pia, ma che però s' apparteneva anch' ella a' Religiosi più che agli altri, i quali, oltreché non pagano gravezze, nè sono-loro imposti carichi straordinari, non hanno dove spendere le loro grossissime entrate nè più piamente nè con maggior lode e ntilità, che darne a' Religiosi medesimi alcuna parte. > Al sesto e ultimo capo rispose: «il loro essere ottimo e laudevol consiglio, e nel quale uno si comprendevano in sustanza tutti gli altri, e però doversi solo questo senza fallo alcuno, e quanto prima mandarsi con ogni studio e reverenza a esecuzione. » E come egli disse, così fu fatto.
      La mattina mentre s" apparecchiava la processione arrivarono per la porta a San Friano cinquantadue tra pecore e castroni, guidati da un artefice solo con un suo lavoratore : erano passati la notte per lo mezzo del campo senza essere stati sentiti, e la mattina dinanzi erano entrati in Firenze centotlanla castroni, tre buoi, cavretti, cacio e altri camangiari, condotti del Mugello da una frotta di villani; ma a questi s' erano mandati per iscorta otto bande e molli cavalli leggieri fuora della porta alla Croce due miglia, le quali cose (secondoclie vollero i frali, i quali dicevano che Dio già aveva cominciato a esaudirli ) andarono a processione per tutto Firenze con suoni grossi, e quattro fanciuiletti vestiti a uso d' agnoli innanzi. In que' di medesimi il capitano Barbarossa uscito fuori con quattrocento archibusieri, scorse intino al poggio alle Croci, e condusse in Firenze gran quantità di vettovaglia d'ogni ragione, e fu per pigliare Giannino da Rasina, il quale le gui< dava per condurle in campo.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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