Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      libro undicesimo 39
      d' Agnolo della Tosa, il quale era stato percosso da un sasso mentre si batteva la torre di San Giorgio, se n'andò all'altra vita; e non molto prima uno sciamo di Corsi di Pasquino ammazzarono superchie-volmente coli' alabarde nella via della Pergola Andrea di Lionardo Ghiori, mentrechè egli, ritirandosi per salvarsi nel tiratoio, era caduto in terra, e gli tolsero una catena d'oro, in vece della quale Pasquino ne portò una contraffatta di ottone dorato a' signori, affermando falsamente quella esser dessa.
      La mattina della pasqua di Resurresso si scoprirono tre cittadini dipinti nella facciata dei palagio del potestà : Alessandro di Gherardo Corsini in mantello e cappuccio, 'Taddeo di Francesco Guiducci, cieco da un occhio nel medesimo abito , e Pierfrancesco di Giorgio Ridolfi impiccato per un pie, ognuno de' quali aveva scritto a piè il nome e casato suo in un breve, il quale diceva a lettere da speziali : PER TRADITORE DELLA PATRIA. Nel medesimo giorno di pasqua si scap ramucciò in diversi luoghi, siccome s' era fatto in tutti i giorni santi ; e fra gli altri molti fu morto fuori della porta al Prato , mentre con grandissimo animo si difendeva da' nimici, d' un' archibusata nella poppa manca, il capitano Lodovico da Salò, il quale era venuto il giorno dinanzi per iscorta del salnitro e buoi mandati da Empoli ; e poco di poi fu morto valorosamente fuori delia medesima porta di tre archibusate, una nel petto e due nelle cosce, il capitano Fioravanle da Pistoia , e amendue furono onorevolmente seppelliti nei cortile della Nunziata.
      In questi giorni Giovanni da Turino, fatto scendere ne' fossi del suo bastione buon numero d' archibusieri, mandò un suo fante, il quale si chiamava l'Armato dal Borgo, alle trincee de* nimici a piè della casa della Luna, il quale senza esser veduto da persona attaccò un oncino, ch'egli aveva appiccato in cima d' una picca, a una bandiera, e tanto tirò eh' ella ne venne; al cader della quale i soldati d' un capitano del colonnello del Cagnaccio, i quali erano quel giorno di guardia, saltate le trincee lo seguitarono coli' archibusate ; ma egli, il quale maravigliosamente era destro e leggiere, portandola iti mano spiegata, e gridando tuttavia Marzocco, essendo stato soccorso dagli archibusieri , i quali usciti de' fossi repentinamente s'erano fatti incontra a'nemici, la condusse salva, e la ficcò sul bastione di sotto a quella di Giovanni colla punta all' ingiù. Il signor Malattia gli donò per quell' atto dieci scudi d* oro, e Giovanni portò delta bandiera in palazzo al gonfaloniere, il quale ringraziato Giovanni, e commendato il fantaccino che tolta T aveva, la fece mettere nella sala dell' Oriuolo sul Davit di marmo a capo di sotto. Nè stette guari che il capitano div^rOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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