Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      libro undicesimo 33
      da lui, il qaale intagliato in un marmo, e murato nella sponda si può ancora oggi vedere e leggere da chi vuole, il quale è questo :
      ossa equi caroli capellli legati veneti non ingratus herus sonipes memorande sepulcrdm hoc tibi pro meritis haec mon1hbnta ded1t obsessa urbe d. xxx. ih. 1d. mabt.
      Il giorno de' ventuno il signor Malatesta, quasi volesse provocare i nimici a giornata, fece uscir fuora da più luoghi in un tempo medesimo di molte bande: da San Minialo per la porta del soccorso cinquecento fanti; da'bastioni di San Giorgio secento, co'quali uscirono molti giovani fiorentini; dalla porta Romana trecento, e parimente da quella del Prato e di San Niccolò quattrocento ; de' quali ordinò che stessero una parte ne' fossi per dar soccorso se bisognasse, e gli altri parte andassero ad attaccare scaramucce in diversi luoghi, e parte a dar 1' assalto a un cavalier nuovo, il quale con alcune trincee avevano comincialo gli Orangiani appiè della casa della Luna verso le mura tra San Giorgio e San Pier GaUolini, non lunge al bastione di Giovanni da Turino, e messovi su due insegne per guardia, e alcune bocche di fuoco, e vedessero con ogni sforzo di pigliarlo e gettarlo a terra; la qual cosa agevolmeuCe riuscita sarebbe; ma un soldato perugino di quegli del signore Ottaviano Signorelli, il quale era 1' anima di Mala-testa , usci mezz' ora innanzi per Sau Pier GaUolini, e diede avviso del tutto ; onde furono trovati benissimo provvisti da tutte le bande, perchè tutto 'I campo diè all' armi, e da ogni parte vennero fortissimi, e contuttociò alcuni di que' di Marzocco salirono per forza in sul cavaliere. La scaramuccia fu grossissima , e si mescolarono in guisa, che gli archibusi s' adoperarono in vece di spade. De' nostri restarono tra morii e feriti qualche cinquanta, e tra questi il capitano Lorenzo Taccini; de' loro non si seppe così bene il numero, perchè il fummo dell' artiglierie dell' una parte e dell' altra non lasciava vedere; ma bisognò che la strage fusse grande, e vi furono uccisi di molti cavalli. Questa scaramuccia, la quale durò fino a sera, operò contrario effetto a quello che si credette poi, che avesse voluto fare il Baglionc, perchè in luogo di sbigottire i Fiorentini, che non ardissono d'affrontare il campo nimico, crebbe loro animo.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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