Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      22 storia fiorentinasi dovesse seguitare secondo 1' ordine della legge della quarantia, nel modo che si fanno l'altre querele, ebbe ventinove fave nere. La seconda, la quale conteneva che detta querela s' annullasse, nè se ne dovesse ragionare, n' ebbe cinquanzei. La terza e ultima , che cotal querela si sospendesse da' signori otto, e si prolungasse per tutto il mese di marzo, ottenne, avendo avuto in suo favore novantadue fave nere. Ragionossi ancora, che si dovesse sospendere la quarantia , la qual cosa sarebbe stata utilissima; ma erano tanto sdegnati i cittadini che non si vinse, e vi fu chi propose che, non si potendo allora fare altra vendetta degli ambasciadori contra il papa, si dovesse almeno ardere e spianare infino da' fondamenti il palazzo de' Medici.
      Era Anguillotto da Pisa, capitano di maravigliosa forza e ardire; per isdegno avuto col conte Pier Maria suo colonnello, di pochi giorni innanzi passato con parte della sua compagnia in Firenze, la qual eosa era soprammodo dispiaciuta, non pure al conte solo, ma ai principe stesso, il quale desiderando oltra ogni credere di vendicarsi di lui colla morte, stavano alle velette per appostarlo, e appunto fece il caso, che pare che alcuna volta venga con consiglio, che Anguillotto agli undici di febbraio use! fuori della porta alla Croce per fare scorta a' contadini che andavano a far legname, col capitano Francesco de' Bardi e col capitano Bellanton Corso, il quale se n' andò verso il pratellino de1 Mar-tegli vicino a San Cervagio, acciocché se fussiuo calati di que' fanti che alloggiavano a Fiesole, gli potesse reprimere. Subito che fu veduta e conosciuta l' insegna d'Anguillotto, si mossero a gran furia il conte Orange, il principe di Salerno (1), il duca di Malfi ed altri caporali, menando, oltra 1' imboscata che avevano lasciata addietro grossissima, più di duemila fanti tra Spagnuoli, Tedeschi e Italiani, e di più, quasi volessero far battaglia giudicata (2), don Ferrante con cinquecento cavalli} e, varcato l'Arno e lasciati passare oltre i contadini, accerchiarono Anguillotto colle sue genti, il quak Anguillotto, o conoscendosi morto, o guidato dall' ardire e ferocità sua naturale, si fermò con un partigianone in mano, e fece far testa a tutte quelle genti. I primi che andassero ad investirlo furono il conte e sei altri de'suoi cavalli, i quali non restavano di serrarlo, ma egli più che francamente difendendosi passò uno Spagnuolo da un canto all' altro, e aiutato dagli altri soldati, e massimamente da Cecco da Buti suo luogotenente, che meritò quel dì, il quale fri T ultimo di sua vita, estrema lode, n'ammazzò
      (i) Ferrante Sanieverino.
      (a) Regolare, combattuta con tutte le forze e seoondo gli ordini pretcritti dalla milizia.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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