Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      48 stoiua FIORENTINAtamente speriamo, ci libererai da questo ingiustissimo e ornai troppo lungo e troppo importuno assedio , tutta questa fiorita gioventù, la quale venendoti a' piedi l' ha cosi amorevolmente accompagnato, tutto questo onoratissimo popolo, il quale tanto lieto e festoso con si prospere voci ed esclamazioni grida il nome tuo e quello della casa tua, con tutta la loro posterità ti resteranno in perpetua obbligazione, e non pure gli uomini nè pure le donne d' ogni età e di qualunche grado, ina queste palazzo stesso e le mura medesime di tutta questa cosi grande e cosi ricca città, benediranno sempre I' ossa di Malatesta Ba-glioni e di tutti i suoi ; e ricordevoli in ogni tempo dell' infinito benefizio dal valore e fedeltà tua ricevuto, magnificheranno senza fine i meriti tuoi, e con non men vere che sommissinic lodi t'innalzeranno sopra il cielo, ti preporranno non solamente a tutti i capitani e condottieri moderni, ma a' Deci, a' Claudi, a' Fabi, agli Scipioni e a* Marcelli.
      « Piglia dunque, illustrissimo signore, piglia, valorosissimo guerriero, piglia, prodissimo campione, invittissimo general nostro , con fausto e l'elice augurio e auspicio di te e di noi, da me gonfaloniere e da questa inclita ed eccelsa signoria in nome di tutto il magnifico e generoso popolo fiorentino, questo gonfalone e stendardo quadrato ricamato di gigli, questo elmetto d' argento smaltato medesimamente di gigli, arme del comune di Firenze, e questo scettro d' abeto così rozzo e impulito com' egli è, iti segno , secondo il costume nostro antico , delia superiorità e maggioranza tua sopra tutte le genti, munizioni e fortezze nostre, ricordandoli che in queste insegne, quali tu vedi, è riposta insieme colla salute e rovina nostra, la fama e l'infamia tua sempiterna. — »
      In sul più bello di quesla cirimonia venne inaspetlalamerile una grossa acqua, la quale fu presa da chi per buono augurio, e da chi per tristo. Furono allora, e moli' anni dopo, e sono ancora oggi quando di ciò si ragiona, fuor di modo biasimati di questa elezione i Fiorentini poco meno che da tutti coloro che ne favellano, ma e' pare clic bisogni, come quasi in tutte l'altre dispulazioni, usare distinzione, perchè se si ragiona quando egli fu condotto per generale, quesla fu più tosto necessità, chi considera bene, clic elezione; e perchè alla necessità non è rimedio nessuno, perchè altrimenti non sarebbe necessità, meritano più tosto i Fiorentini compassione che biasimo, posciachè nè gli Dii ancora potevano, secondo i Gentili, alla necessità riparare. Ma se si ragiona, quando fu condotto la prima volta in governatore, a me pare che abbiano contra sè un capo solo, perchè quanto all' esser egli primamente condizionato della persona, 1' esemplo di molti capitaniv^rOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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