Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO UNDICESIMO \{
      di quelli i quali per ischerno si chiamavano Bisogni, e sopra esse com-messario Francesco Valori, e sotto commessario Zaccaria di Batista Strozzi. Costui V anno dinanzi tornato da Capalle, dove si stava sempre a coltivare un suo podere, e facendo professione di credere al frate, aveva con alcuni altri ( perchè ogn' anno n' andavano a partito molti, e se n1 abilitava sempre qualcuno nel consiglio maggiore ) vinto lo stato con infinita allegrezza, o che egli non avesse prima goduto mai il benefizio, o che avendolo goduto 1' avesse, che che se ne fusse stata la cagione, perduto: di poi come persona di poca levatura, chiamò una mattina in Santa Maria del Fiore testimoni, e rinunziò pubblicamente fra Girolamo, e in segnò che lo rifiutava e non gli credeva più avendolo per baro e giuntatore, arse i libri delle sue prediche; e poco dopo avendo rinnegato fra Girolamo, rinnegò la patria che l'aveva fatto suo cittadino, e se ne fuggì nascosamente da' nimici ; i quali avevano più volle levato la voce, che volevano fare la batteria e dar P assalto a Firenze; la qual cosa allora, essendo tanto apparecchio d'artiglierie si vicino alla terra, si teneva per certo, e massimamente essendosi divulgalo che il papa, perchè si tentasse la forza, aveva gran somma di danari mandala nel campo} e per questo rispetto si cominciò il bastione dentro, ed il cavaliere fuora della porta al Prato, sopra '1 quale si piantarono con gran sollecitudine un cannone e due mezzi cannoni.
      Aveva avuto e aveva Malatesla desiderio incredibile d' esser ricondotto con titolo di capitano generale, e che gli fusse dato il bastone} e, come astutissimo eh' egli era , avendo in non molto tempo conosciuto gli umori di Firenze, per farsi grato a tutti diceva bene a'popolani della libertà, a' malcontenti lodava o scusava il papa, agli ambiziosi metteva innanzi uno stato di pochi} a' neutrali commendava la quiete e lo starsi di mezzo, in guisachè egli aveva ingannato, ancoraché sottilissimi, quasi tutti i cervelli fiorentini, eccetto che Francesco Carducci, come più valente e più astuto di tutti gli altri : il qual Carduccio tosto che s' uscì di palazzo fu eletto commessario in luogo del gonfalonier nuovo, affine gli paresse manco strano il cadere di si alto slato in sì basso gj^ado, e a sua contemplazione fu fatta una legge, che chiunque fusse seduto gonfaloniere fusse sempre della pratica senz' altra elezione del popolo ; la qual legge fu dagli uomini prudenti grandemente biasimata, come quella che in non molt' anni gli faceva principi e signori della repubblica qualunque si fussino, o buoni o rei, e veniva lo stato a ridursi e ristringersi in piccol numero.
      A* signori dieci, intesa eh' ebbero la petizione di Malatesta , parve cosa, com' ella era, di grandissima considerazione, e quanto ; lo favorivav^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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