Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Cassa di Risparmio una grossa somma della sua cassetta privata, e così il pericolo ad arte creato dai sanfedisti fu scongiurato.
      Se i cittadini si abbandonarono alle più vive dimostrazioni di gioia la sera del 4 settembre, molto più vi si abbandonarono il giorno seguente. Fin dall'alba sul campanile di Giotto sventolò al nuovo sole la bandiera fiorentina bianca e rossa, e attorno al Duomo si riunirono tutti quei cittadini zelanti ed ambiziosi di servire la patria, che si sarebbero arruolati nella Guardia civica. In breve tempo ascesero a qualche migliaio: ed ordinatisi a guisa di compagnie, preceduti da varie bande musicali, dalla bandiera nazionale, e da quella pontificia e greca, si mossero ordinatamente per andare a Palazzo Pitti.
      Appena mossi però, si imbatterono in una numerosissima comitiva di campagnuoli, che domandarono di unirsi a quei cittadini, pregandoli di accoglierli come fratelli. L'entusiasmo raggiunse i limiti non della frenesia, ma della pazzia addirittura. Il popolo era in delirio : fu un abbracciarsi, uno stringersi di mani commoventissimo, indimenticabile. Tutta la popolazione, quella domenica, era nelle vie festante, gaia, come non c' era ricordo. Le compagnie improvvisate, alla testa della numerosa dimostrazione, nel recarsi in Piazza Pitti fece un giro per la città muovendo da Piazza del Duomo; quindi per Via de'Servi, Piazza della Santissima Annunziata e Piazza San Marco entrò in Via Larga (Cavour), dove applaudì alla casa dei Poniatowski, perchè polacchi ; a quella del marchese Carega, ministro di Carlo Alberto; e al cavalier Morrocchi, che faceva da Gonfaloniere. In Via de' Martelli la dimostrazione si fermò dinanzi ai Padri Scolopi, che rappresentavano la libertà della istruzione unita « alla soda religione » ciò che forma « la salute dei popoli. » Da Via Cal-zaioli traversando Piazza del Granduca, applaudì a' soldati di linea che montavan la guardia a Palazzo Vecchio; e poi per Via Por Santa Maria andò in Piazza Pitti. Qui lo spettacolo fu imponente e grandioso senza fine. Il giubbilo, la conten-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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