Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze I 'ceciliaI primi frutti di queste sorde méne che insidiavano, senza che egli se ne accorgesse, la buona fede del Granduca, fu il fanatismo ad arte suscitato e dalla polizia e dal Governo tollerato, per Maria Domenica Bargagli del Monte a Sansavino detta la J feuicliiiia, impostura da medio evo intessuta dalla malizia e dalla stoltezza a fine d'interesse.
      Quello che i reazionari operavano a Firenze, trovava riscontro in ciò che i gesuiti, loro alleati, facevano a Roma presso il papa Gregorio XVI, il quale non poteva soffrire la istituzione toscana del Regio Diritto e che egli dileggiava, chiamandola il Regio Storto. Facezie da gente che consuma più vino che olio, come avveniva appunto al degnissimo Gregorio, il di cui nome si prestava come esercizio di pronunzia imposto per ridere a coloro che avevano alzato il gomito ed ai quali non riusciva di pronunziarlo. « Di' Gregorio, » s'usava dire agli ubriachi, che si discervellavano per pronunziarlo senza che vi riuscissero !
      L'accusa che faceva il Papa al Regio Diritto toscano, era quella che voleva far da papa lui ; mentre era stato istituito per impedire che il clero facesse da principe. La differenza, che dava nel naso ai preti ed ai reazionari, stava tutta qui.
      La notizia della morte di papa Gregorio, avvenuta nel giugno 1846, fu accolta con lieto animo dai liberali e dai seguaci delle dottrine di Vincenzo Gioberti, che dall'esilio non si stancava di predicare.
      Non si poteva prevedere però che cosa avvenne dipoi.
      L'elezione del cardinale Mastai, che assunse il nome di Pio IX, avvenuta il 16 giugno 1846, sorprese l'Europa e scombuiò l'Italia. Se nessuno s'aspettava l'innalzamento al trono pontifìcio dell'oscuro vescovo d'Imola, molto meno s'aspettava da lui il famoso editto del 16 luglio successivo, col quale aprì le carceri e le porte di Roma a tutti i con-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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