Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      ciate con guarnizioni di frangia d'argento sulla fiocca. Dopo di essi, venivan gli staffieri con livree di gala tutte gallonate e quindi i due cacciatori con uniforme e calzoni verdi a guarnizioni d'oro; lucerna con penne verdi, tracolla d'un gallone largo d' oro e al fianco il paloscio.
      Dietro alla carrozza del Granduca, ai lati della quale cavalcava il Guardasportello, e il Brigadiere delle guardie nobili in gran tenuta, facevan seguito altre cinque carrozze a sei cavalli, ove erano le Arciduchesse, i Maggiordomi, le Dame e i Ciambellani di servizio.
      Sulla porta del Duomo l'Arcivescovo col clero era a ricevere i Sovrani, e dava loro la benedizione accompagnandoli poi fino all'aitar maggiore, ove prendevan posto sotto il trono eretto a sinistra, con l'inginocchiatoio e le poltrone eli velluto dorate. Stavano di sentinella ai quattro lati le guardie nobili.
      La messa era cantata dall'Arcivescovo, e alla elevazione, le truppe che erano in parata sulla piazza, facevano i tre spari di prammatica. Al comando del caricat'arm, dato dagli ufficiali, i fucilieri eseguivano i ventiquattro movimenti regolamentari con tal precisione, che eccitavano nel pubblico il più alto entusiasmo. Mille bacchette d'acciaio lampeggiavano simultaneamente nello stesso tempo col medesimo rumor secco; poi i fucili erano caricati nel perfetto insieme; infine se nessuno faceva una stecca, nello stesso momento un getto di fuoco usciva da tutte le armi, con un fracasso da stordire, con una nuvola di fumo denso, che tramandava un forte puzzo di polvere, la quale solleticava gradevolmente l'odorato dei bellicosi fiorentini. Dissipata la nuvola, si vedevano i soldati con l'arme al piede. Per eseguire il caricai' arni in ventiquattro movimenti, ci volevano tre minuti di tempo; e non eran molti.... ma ora si fa più presto!
      Dopo la messa i Sovrani ed il seguito andavano a San Giovanni a baciare la reliquia, e quindi tornavano a'Pitti.
      Nel 1842 cominciò l'uso eli dare in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, un grandioso concerto a benefizio della


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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